La Polizia di Stato, il 24 aprile del 2020, eseguiva gli arresti per i due autori dell’efferata rapina alla tabaccheria “Ricevitoria 58” di Avenza, consumata il 10 dicembre del 2019. Il negoziante veniva brutalmente assalito da uno dei rapinatori che violentemente lo colpiva con un martello alla testa per poi asportare l’incasso dell’esercizio commerciale.
Nella giornata di ieri è stata pronunciata la sentenza di primo grado presso il Tribunale Ordinario di Massa-Carrara al termine del processo con giudizio immediato richiesto dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Alessia Iacopini, ed entrambi gli imputati venivano condannati per la rapina aggravata in concorso fra loro.
L’autore materiale, un carrarino del 1980, pluripregiudicato per delitti di analoga natura, è stato condannato a 6 anni di reclusione, mentre il complice, un 44enne residente a Massa, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi.
L’indagine condotta dagli investigatori della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Carrara è risultata estremamente tortuosa e complessa. L’autore materiale della rapina, infatti, aveva agito a volto coperto ed era stato molto abile a non lasciare tracce a lui riconducibili. Il lavoro certosino svolto dai poliziotti durante i giorni successivi alla rapina, pur non avendo fornito elementi utili circa l’identificazione del rapinatore, ha però consentito di circoscrivere la zona entro il quale il criminale si sarebbe potuto rifugiare subito dopo la commissione del fatto. La geolocalizzazione di tutte le telecamere individuate e visionate dagli inquirenti ha dunque consentito di formare una sorta di “recinto virtuale” dal quale il rapinatore non poteva essere fuggito dopo la commissione del fatto, circoscrivendo in tal modo l’area in una specifica zona di Avenza.
Ulteriori elementi venivano acquisiti dalla visione integrale dei filmati dell’impianto di video sorveglianza della tabaccheria nei giorni precedenti alla rapina. Dai filmati emergeva il comportamento sospetto tenuto da due soggetti verso l’orario di chiusura nel giorno immediatamente precedente alla rapina. I due, infatti, mediante l’utilizzo di uno stratagemma, effettuavano quello che agli occhi degli inquirenti è da subito apparso come un “sopralluogo” operativo, teso ad accertare la presenza e l’ubicazione della cassa. Gli investigatori, grazie alla conoscenza del territorio e del tessuto sociale in cui il delitto si era consumato, riuscivano a individuare uno dei due sospettati con precedenti specifici per rapina, accaduta oltre diciassette anni fa, commessa con inquietanti analogie nel modus operandi a quelle evidenziatesi nel reato per cui oggi viene condannato. Anche in quel caso infatti, veniva commesso un furto con destrezza all’ interno di una tabaccheria, con conseguente reazione violenza. Anche in quel lontano episodio le indagini furono svolte dal Commissariato di Carrara e portarono all’ individuazione e poi alla condanna del soggetto.
Siffatti, gravi, elementi indiziari davano il via ad un monitoraggio continuo dei movimenti del sospettato, che conducevano poi all’individuazione anche del quarantaquattrenne residente nel Comune di Massa, che aveva preso parte al “sopralluogo” il giorno precedente alla rapina, sconosciuto agli inquirenti poiché incensurato.
A seguito di una operazione coordinata degli uomini della Squadra investigativa del Commissariato si procedeva alla perquisizione delle abitazioni degli indagati e nella circostanza non solo venivano rinvenuti gli indumenti indossati durante il delitto, ma a casa dell’esecutore della violenza veniva ritrovato anche il martello ancora incrostato di tracce ematiche.
A distanza di nemmeno 1 anno dal fatto il Tribunale di Massa si è pronunciato riconoscendo le responsabilità penali degli indagati, confermando le ipotesi investigative già accolte dal Giudice per le Indagini Preliminari che aveva disposto la misura della custodia cautelare in carcere per il principale indagato e gli arresti domiciliari per il complice del delitto.