Brillante operazione antidroga condotta dagli uomini della Polizia di Stato, che ha portato all’arresto, per violazione della legge sugli stupefacenti, di un cittadino, italiano già pregiudicato per reati specifici, residente a Massa ma originario di Viareggio, ultrasettantenne già noto alle cronache locali e nazionali per un passato di attività illecite. Una vera e propria collaudata attività criminale mascherata da un mestiere di commercio tra i più normali e sicuramente insospettabile: rivendita di prodotti di ortofrutta.
L’attività condotta dai poliziotti della ‘Narcotici’ della Squadra Mobile, ha portato all’arresto dell’anziano fruttivendolo che nascondeva, occultandolo fra i generi alimentari, 700 gr. circa di sostanza stupefacente del tipo cocaina, oltre ad una cinquantina di grammi circa di hashish. Nel corso delle perquisizioni effettuate è stata rinvenuta e sequestrata anche altra quantità di droga e di strumenti per la suddivisione ed il confezionamento dello stupefacente (nylon termosaldato, bilancini elettronici di precisione,) preparato in maniera professionale, già predisposto in piccole dosi, pronto per essere distribuito direttamente sul mercato oppure per essere trasportato in altre zone.
Altri cittadini italiani sono rimasti coinvolti “nell’attività commerciale” illegale, anche questi denunciati per detenzione illecita di sostanze stupefacenti, dagli agenti della Squadra Mobile cittadina, avendo violato l’art. 75 DPR. Nr. 309/90, in quanto trovati in possesso di modiche quantità di sostanza stupefacente.
Le indagini hanno preso spunto dal microspaccio nelle aree cittadine attenzionate dai controlli a causa della presenza di soggetti già conosciuti nell’ambiente criminale apuo-versiliese. Le attività investigative, si sono poi concentrate nei confronti di quell’ortofrutta che nel corso dei servizi di appostamento e pedinamento dei sospettati, ha registrato un insolito ‘via vai’ di persone, le quali si presentavano in negozio uscendone, poco dopo, con sacchetti della spesa, acquistata insieme alla droga.
L’attività svolta, supportata dalla sussistenza degli elementi di prova raccolti dagli investigatori sul coinvolgimento del fruttivendolo e dei suoi “clienti” ha consentito, così, di bloccare il “fruttuoso” commercio illecito.