Un numero utile per salvare la vita.
La sigla ICE è l'acronimo delle parole inglesi "In Case of Emergency" che, tradotto, significa "In caso di emergenza" ed è stato coniato nel 2005 da Bob Brotchie, un paramedico dell'East Anglian Ambulance Service del Regno Unito, subito dopo i tragici attentati terroristici di Londra.
L'idea, nella sua semplicità, nasce da una buona intuizione e, probabilmente, anche da una forte esperienza professionale maturata sulla strada.
Chi, come le Forze dell'Ordine ed il Personale Medico, interviene nei casi di incidenti stradali, conosce bene, difatti, quali e quante siano le difficoltà oggettive e logistiche dell'operare in maniera efficace e veloce, soprattutto in presenza di feriti privi di conoscenza.
Identificare subito una persona, riuscendo ad assumere quante più nformazioni utili da chi la conosce bene, può a volte fare la differenza fra la vita e la morte.
Si pensi soltanto all'esigenza di sapere il gruppo sanguigno, le eventuali malattie o allergie di una persona da soccorrere o all'importanza che assume il fatto, per chiunque, di avere vicino una persona cara in un momento di bisogno.
In queste situazioni la trovata di Brotchie potrebbe esserci d'aiuto.
Secondo la sua teoria, ognuno di noi dovrebbe aggiungere sulla rubrica telefonica del proprio cellulare almeno un numero da contattare nei casi di necessità e che abbia, per motivi di privacy, oltre che per facilitare l'intervento dei soccorritori, la sigla internazionale predefinita "ICE".
Qualora vi fossero più persone da voler contattare, basta memorizzare la sigla ICE seguita dalla numerazione araba, universalmente riconosciuta, con un ordine di preferenza, così da avere, per esempio, ICE 1 per il familiare o l'amico più vicino.
Questo piccolo suggerimento è stato accolto favorevolmente già nel resto d'Europa ed in America, mentre in Italia, dove peraltro i telefoni cellulari sono molto diffusi, se ne inizia a parlare solo ora.
In questi giorni si è venuto a creare, in special modo nella rete, un vero dibattito
sull'argomento, che ha preso spunto dalle dichiarazioni di alcuni addetti del 118 di Milano e da una e-mail della Protezione Civile, che ne hanno
agevolato il passaparola.
A proposito di questa discussione anche noi, come Questura di Mantova, vogliamo unirci al coro di chi ha già espresso pareri favorevoli in merito, invitando la cittadinanza a far proprio questo facile ed al contempo arguto accorgimento.
Ben venga, quindi, il cellulare con qualche "ice" in memoria, ricordando sempre a tutti che, in macchina, solo il rispetto delle norme del Codice della Strada ed una buona dose di prudenza possono evitare quei tragici incidenti ai quali, purtroppo, noi della Polizia di Stato, troppo spesso assistiamo.