comunicato stampa del 18 aprile 2019
Corridonia (Macerata). Nella giornata di ieri, personale della Squadra Mobile, diretta dalla Dott.ssa Maria Raffaella ABBATE (foto), traeva in arresto per il reato di estorsione continuata in concorso M.L., italiano, classe 1978, e denunciava in stato di libertà il suo socio in affari M.A.
I due, entrambi soci al cinquanta per cento di una società edile sono responsabili di aver estorto al loro dipendente, di nazionalità senegalese, dalla sua retribuzione mensile pari a circa 1400 (millequattrocento euro) netti, la somma di circa cinquecento euro mensili, a partire dal dicembre 2015, data della sua assunzione. La richiesta estorsiva era supportata dalla minaccia diretta al lavoratore che se non avesse ottemperato, avrebbe perso il lavoro e quindi il permesso di soggiorno.
La persona offesa sopportava questa situazione da circa tre anni dovendo affrontare grandi difficoltà economiche per sopravvivere dovute alle spese che era costretto a sostenere: inviare denaro alla sua famiglia in Senegal e pagare il canone di locazione dell’appartamento in cui viveva. L’uomo riusciva a stento ad acquistare qualcosa da mangiare per poter sopravvivere. Disperato per la difficile situazione si rivolgeva al sindacato CGIL di Macerata che gli consigliava di sporgere querela e lo accompagnava in Questura dove veniva raccolta la testimonianza ed analizzata la situazione. Gli operatori della Squadra Mobile, previe intese con il Procuratore Capo Giovanni GIORGIO ed il Sost. Procuratore RICCIONI Enrico, raccoglievano tutti gli elementi e predisponevano un servizio specifico diretto ad accertare i fatti cosicché personale in borghese seguiva il datore di lavoro che con il suo socio in affari andava a prelevare il lavoratore per recarsi insieme in Banca. Nel frattempo ad attenderli nell’Istituto bancario vi erano altri uomini in borghese che assistevano alla consegna del denaro ad opera del personale della Banca fatta con banconote la cui matricola era già stata registrata dagli uomini della Squadra Mobile. Un’altra pattuglia all’uscita seguiva gli spostamenti attendendo che il datore di lavoro ed il dipendente si separassero per poter intervenire. In quel momento gli operatori bloccavano l’imprenditore e lo perquisivano ritrovandogli indosso 500 euro, somma estorta e prelevata dallo stipendio del giovane straniero. Le banconote corrispondevano a quelle dello stipendio in quanto erano state annotate le matricole identificative. Tutti gli elementi raccolti consentivano, quindi, di arrestare in flagranza l’imprenditore che si era accompagnato per questa operazione criminosa al suo socio in affari, denunciato in stato di libertà. L’attività di polizia giudiziaria ha consentito, quindi, di acclarare una situazione sommersa ma di fondamentale importanza è stato il coraggio dimostrato dal giovane senegalese che ha deciso di ribellarsi a questa situazione che potrebbe essere comune a molte altre persone.