L’uomo contattava le donne attraverso un sito internet e proponeva un lavoro da badante per la madre affetta da Alzheimer.
Un tunisino di 42 anni è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Lodi, perché responsabile di violenza sessuale.
Sceglieva le sua vittima in rete, su un sito di offerte di lavoro, spacciandosi per un facoltoso uomo d'affari, per poi svelare le sue vere intenzioni.
La vicenda risale al mese scorso, quando una 28enne marocchina, nei pressi della stazione ferroviaria di Lodi, ha chiesto aiuto.
Immediato l'intervento di un equipaggio della Squadra Volanti della Questura, che ha soccorso la donna, la quale aveva riportato anche alcune ferite.
Subito sono partite le indagini degli investigatori dalla Squadra Mobile che sono risaliti all'utenza telefonica in uso all'aggressore e tramite intercettazioni hanno tenuto lo straniero sotto controllo.
Dagli accertamenti è emerso che l'uomo, residente nella provincia di Trento, aveva più volte contattato le donne che avevano inserito il proprio recapito su un portale Internet.
Il copione era sempre lo stesso: telefonava e si presentava come un manager, mentre in realtà lavora come operaio in una ditta, offriva alle vittime vantaggiosi contratti di lavoro per assistere la madre malata di Alzheimer, insistendo per avere un incontro dal vivo per definire i dettagli d'impiego.
Nella trappola era caduta una giovane marocchina che, arrivata treno a Lodi, era salita sul Suv del tunisino per poi essere portata in un luogo a lei sconosciuto.
Qui era stata aggredita con violenza, riportando una ferita al volto e subendo abusi all'interno dell'auto.
Successivamente, l'uomo aveva organizzato un altro adescamento, a Riva del Garda; questa volta, al posto della donna si presentava un pattuglia della Squadra Volanti della Questura.
Il sospetto degli investigatori è che nella "rete" possano essere finite altre donne, in particolare straniere, che magari per timore non hanno sporto denuncia.
E' stata eseguita la misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lodi.
All'indagine, coordinata dalla Procura di Lodi, ha collaborato la Squadra Mobile di Trento.