Arrestati cittadini albanesi responsabili di razzie violente nelle abitazioni del lodigiano.
Agivano di notte, entravano nelle abitazioni e, se scoperti, non esitavano a minacciare e colpire le loro vittime.
Due albanesi, residenti nella provincia di Lodi, sono stati arrestati da personale Squadra Mobile della Questura e associati in carcere.
Le indagini sono state coordinate dal Procuratore Capo di Lodi dr. Vincenzo Russo.
Sono accusati di 25 "incursioni" nelle abitazioni in poco più di un mese, ma l'elenco potrebbe aumentare ancora fino ad arrivare a oltre 40 episodi.
"Insospettabili", visto che erano incensurati e con regolare permesso di soggiorno, avevano raccolto il "testimone" di un'altra banda di connazionali, anch'essi di Sant'Angelo Lodigiano, arrestata a fine dicembre sempre dalla Squadra Mobile di Lodi.
La banda, di cui si cerca un terzo complice, agiva in ore notturne, quando le loro vittime erano in casa, e, scardinando gli infissi delle finestre, entravano nelle abitazioni.
Se non veniva scoperti, il colpo filava liscio; altrimenti, non esitavano a minacciare i padroni di casa anche con dei cacciaviti, come accaduto in un caso, a Massalengo, dove hanno cercato di colpire i malcapitati.
La banda utilizzava per muoversi auto di grossa cilindrata rubate, che cambiava mediamente ogni due o tre giorni.
Di queste, gli investigatori ne hanno individuate almeno sette-otto, che venivano abbandonate quando non servivano più o quando si accorgevano di essere stati notati dalle Forze dell'Ordine.
Tra i comuni del Lodigiano nel mirino: Brembio, Secugnago, Ossago Lodigiano, San Martino in Strada, Massalengo, Pieve Fissiraga, Caselle Lurani e Salerano al Lambro, sconfinando, a volte, anche verso il Pavese e il Milanese.
Scattato il blitz a Sant'Angelo Lodigiano, entrambi sono stati fermati e arrestati: in casa, durante le perquisizioni, gli Agenti della Polizia di Stato hanno trovato vari gioielli, cocaina e denaro contante, quest'ultimo investito dalla banda per l'acquisto di droga da rivendere successivamente.
Ma le indagini non si fermano perché testimoni hanno notato almeno tre persone in azione e quindi è caccia ora ai complici della banda, rimasti sconosciuti