La Squadra Mobile della Questura di Lodi, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lodi, a conclusione di una intensa attività di indagine ha tratto in arresto un cittadino italiano di 40 anni residente nella provincia di Monza, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Lodi, poiché ritenuto responsabile di una grave rapina ai danni di un’anziana donna, commessa in questo capoluogo in data 25 maggio u.s..
L’evento delittuoso era stato particolarmente efferato. La vittima era stata raggiunta dal malfattore fin dentro l’ascensore condominiale ed una volta raggiunto il terzo piano dello stabile, al momento dell’apertura delle porte, l’aveva aggredita con violenza, facendola cadere a terra per poi strapparle, dopo ripetuti colpi, la catenina in oro che indossava al collo e, guadagnata l’uscita faceva perdere le proprie tracce.
La donna a seguito di quanto accaduto riportava diverse escoriazioni al collo e gravi lesioni personali, tra cui la frattura di un piede, con una prognosi di 51 giorni.
L’intervento rapido degli agenti permetteva di acquisire la prima descrizione fisica del responsabile e informazioni rese dalla vittima circa il percorso seguito per fare ritorno verso la propria abitazione, per cui iniziava una capillare acquisizione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza presenti sia lungo la via percorsa dalla donna che lungo la via di fuga del rapinatore.
Gli accertamenti hanno consentito di ricostruire l’evento e grazie alle immagini nitide del viso del rapinatore, si risaliva alle generalità dello stesso, un pluripregiudicato residente in provincia di Monza con precedenti specifici tutt’ora destinatario di una misura alternativa alla carcerazione per un fatto analogo a quello commesso a Lodi.
La perquisizione locale del domicilio, disposta dall’Autorità giudiziaria con apposito decreto, ha consentito di sequestrare a carico dell’uomo l’abbigliamento indossato dallo stesso il giorno della rapina.
L’indagine ha permesso quindi di delineare non solo la dinamica della rapina ma anche che si è trattato di un evento pianificato, perseguito dal suo autore attraverso l’individuazione della vittima, il pedinamento della stessa fino al luogo della residenza, l’accesso in un luogo raccolto e senza la presenza di alcuno dove poter portare e termine indisturbato il suo disegno criminale.