Nel corso della mattinata odierna, personale della Questura di Lodi ha dato esecuzione a nove misure cautelari, personali e reali, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Lodi al termine di una articolata attività d’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica che ha visto indagate complessivamente 74 persone per reati connessi alle violazioni delle norme sull’immigrazione.
Nei confronti di tre soggetti ritenuti al vertice dell’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sono state applicate altresì misure cautelari personali. Per due di questi, cittadini egiziani regolari sul territorio nazionale è stata disposta la custodia cautelare in carcere (E.R di 39 anni, A.A. di 46 anni).
Una terza persona, una donna cittadina italiana (S.K. 47 anni, residente in provincia di Cremona), titolare di un centro elaborazione dati, è stata notificata la misura dell’interdizione dall’attività professionale.
Per gli altri sei complici dell’associazione per delinquere (tutti cittadini egiziani) è stato disposto il sequestro preventivo del denaro illecitamente percepito.
Le indagini sono state avviate nell’anno 2018 in seguito di una segnalazione pervenuta al locale ufficio immigrazione da parte dell’I.N.P.S. di Lodi che accertava l’inesistenza di ditte edili intestate a cittadini egiziani alle dipendenze delle quali risultavano assunti connazionali, a cui venivano rilasciati impropriamente i relativi permessi di soggiorno.
Il gruppo criminale, previo compenso in denaro (circa 2.000 euro) non si limitava a procurare, inscenando rapporti di lavoro fittizi con ditte edili , la documentazione relativa al rapporto di lavoro necessaria al fine di istruire le pratiche per il rilascio del permesso di soggiorno ma, seguiva l’intero iter amministrativo assistendo lo straniero istante ( utilizzando per le comunicazioni Questura – straniero le proprie utenze telefoniche) anche con l’assistenza legale nel caso in cui vi fosse stato un diniego da parte degli Uffici Immigrazione.
L’attività investigativa ha consentito di intercettare i pagamenti effettuati dagli stranieri affidatisi al sodalizio criminale, che avvenivano in parte attraverso circuiti money transfer dalla Francia, ed in parte in denaro contante nel momento in cui occorreva saldare l’importo pattuito al ritiro del permesso di soggiorno.
Si è potuto accertare che la maggior parte dei cittadini stranieri che si sono rivolti alla compagine criminale al fine di ottenere l’indebito rilascio del titolo di soggiorno, erano fittiziamente domiciliati nella provincia di Lodi, ma di fatto stanziati in Francia dove fornivano manovalanza nell’edilizia.