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Forza un posto di blocco, arrestato marocchino irregolare dopo essere stato inseguito da un equipaggio della Squadra Volante.

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Si getta nel fiume Adda per sfuggire agli Agenti, che lo soccorrono e lo rianimano.

L’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Lodi ha arrestato un cittadino marocchino, privo di qualsiasi titolo di soggiorno e senza fissa dimora sul territorio nazionale, con diversi precedenti di polizia, responsabile dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e fuga dopo incidente, nonché denunciato lo stesso per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Un equipaggio della Squadra Volante, a seguito di comunicazione alla Sala Operativa di un inseguimento da parte dell’Arma dei Carabinieri di Crema di un’autovettura Alfa Romeo Mito da Pandino in direzione Lodi, intercettava la stessa che procedeva a forte velocità verso il centro cittadino e si poneva al suo inseguimento anche per impedire che potesse causare pericoli per l’incolumità dei passanti.

Giunta all’altezza del ponte dell’Adda, l’Alfa Romeo proseguiva la fuga sulla corsia dell’opposto senso di marcia, fino ad arrestarsi improvvisamente utilizzando il freno di stazionamento, impedendo così alla Volante il tempestivo arresto e il conseguente tamponamento a causa della mancata accensione delle luci di arresto.

Il conducente, sceso dall’auto, fuggiva a piedi verso la sponda del fiume, inseguito prontamente dagli operatori e, attraversando la scarpata, raggiungeva l’argine del fiume gettandosi nell’Adda cercando di allontanarsi dalla riva.

A causa della forte corrente, il marocchino veniva trascinato a valle iniziando ad annaspare e ad invocare aiuto non riuscendo a nuotare, per cui uno dei due Agenti si tuffava nel fiume riuscendo a raggiungere a nuoto il soggetto, che nel frattempo faticava a riemergere, afferrandolo e riconducendolo verso la riva dove, con l’aiuto dell’altro operatore, riuscivano ad issarlo sulla sponda.

Notando che il fuggitivo appariva inanimato e senza segni di attività cardiaca e respiratoria, praticavano immediatamente le prime manovre di soccorso.

Nella circostanza, l’Agente che si era tuffato in acqua, praticava al soggetto la rianimazione cardiopolmonare con insufflazione d’aria attraverso la bocca, riuscendo a ripristinare il ritmo cardiaco e le funzionalità respiratorie dello stesso, che riprendeva conoscenza. Veniva quindi richiesto tramite il 118 l’intervento di un’ambulanza che trasportava l’uomo, tratto in salvo ed in stato di arresto, in “Codice Giallo” presso il locale nosocomio.

Anche agli operanti, a seguito dell’intervento, veniva prestate le cure da parte del personale medico del locale Pronto Soccorso.


29/10/2019

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