Personale del Commissariato di Piombino trae in arresto due cittadini per traffico internazionale di cocaina
Con l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 1° giugno 2011 dal GIP del Tribunale di Livorno Dr. Antonio Pirato, gli uomini della Squadra Anticrimine del Commissariato di Polizia di Piombino hanno concluso l'operazione "Posta Celere" che aveva preso il via agli inizi del maggio 2011.
In quel periodo gli investigatori avevano acquisito informazioni tali da far ritenere che stesse per arrivare in Città una partita di droga del tipo cocaina a garanzia di una futura collaborazione tra personaggi originari della Val di Cornia ed un gruppo di spacciatori partenopei. Nei giorni scorsi era stato infatti individuato un giovane spacciatore Venturinese e si era accertato inoltre che questi aveva aperto da poco una casella postale presso l'ufficio centrale di Piombino, in via Volta; tale circostanza aveva fatto ritenere agli inquirenti che lì sarebbe potuto giungere la sostanza stupefacente.
Grazie alla piena collaborazione del personale di Poste Italiane delle sedi del circondario, gli inquirenti erano riusciti a monitorare il tipo ed il luogo di spedizione delle corrispondenza che veniva recapitata al giovane.
Quella che era stata sino ad allora una mera ipotesi investigativa è però divenuta certezza solo la sera del 19 maggio scorso quando, presso lo scalo aereo di Milano Malpensa, il personale dell'Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza, in servizio di controllo, sottoponevano a verifica alcuni plichi postali provenienti dal Costa Rica: in due di essi erano ritrovati 280 grammi di cocaina. Gli accertamenti svolti immediatamente dalla Guardia di Finanza lombarda permettevano di individuare con certezza i destinatari dei plichi, uno dei quali indirizzato astutamente alla nonna dello spacciatore; la stessa attività consentiva alla Polizia di Piombino inoltre di venire a conoscenza delle pregressa attività. Partiva subito una stretta ed efficace collaborazione tra i due Uffici di Polizia e ciò induceva il Sost. Procuratore del Tribunale di busto Arsizio, dr.ssa Silvia Isidoro, a ritardare il sequestro dello stupefacente; i due plichi infatti giungevano nelle mani degli uomini del Commissariato di Piombino. Questi ultimi si preoccupavano di sostituire la vera cocaina con della semplice "farina", dopo di ché i due plichi erano depositati rispettivamente presso la casella postale di Piombino, quello diretto al giovane Venturinese e presso l'Ufficio Postale di Donoratico quello indirizzato alla nonna del medesimo spacciatore.
La mattina di sabato 28 maggio, i poliziotti appostati all'interno e nei pressi dell'ufficio postale di via Volta vedevano sopraggiungere, a bordo della propria Fiat Punto, l'uomo sospettato dell'illecito traffico, accompagnato dalla propria fidanzata. Dopo essersi guardato attorno, questi era poi entrato nell'ufficio, si era avvicinato alla casella nr. "119", ma per poi uscire inspiegabilmente e quindi farvi subito rientro, al termine di una telefonata che ne aveva evidentemente interrotto la precedente azione di prelevamento. Dopo aver concluso la conversazione telefonica era infatti rientrato; questa volta per aprire e prelevare il "plico giallo" contenuto nella casella di posta a lui intestata. I poliziotti erano già pronti a bloccarlo una volta in procinto di entrare in auto ed allontanarsi, ma uno degli Agenti, che gli era particolarmente vicino al momento della telefonata, lo aveva sentito chiaramente dire al suo interlocutore la seguente frase: "tutto a posto, allora ti aspetto!".
Queste brevi parole chiarivano senza dubbio che l'uomo aveva un complice ovvero un altro acquirente in zona e quindi velocemente si decideva di ritardarne l'arresto, pedinandolo per identificare il secondo uomo con il quale aveva scambiato quelle inequivocabili parole al telefono.
Con comprensibile sforzo personale, gli uomini del Commissariato di Piombino iniziavano così a seguirlo mentre prelevava il plico dalla macchina e lo portava al suo domicilio di Venturina, per poi proseguire il tallonamento sino alla tarda serata, fino a Follonica dove, finalmente lo spacciatore incontrava un altro uomo, che era sceso poco prima da un Intercity proveniente da Napoli. I due, saliti sulla Punto, si erano poi diretti all'abitazione di Venturina, sempre seguiti dai poliziotti, che avevano ben presto circondato l'edificio una volta che questi erano entrati.
Ormai certi che l'uomo giunto con il treno fosse il complice "tanto atteso" gli investigatori, con il consenso del Sost. Procuratore del Tribunale di Livorno, Dr. Massimo MANNUCCI, che sin dalle prime ore della mattina aveva assunto la direzione delle indagini, decidevano di fare irruzione nell'abitazione passando dalla finestra della cucina lasciata aperta per il caldo; dalla stessa finestra, pochi secondi prima, gli Agenti, con grande loro soddisfazione, avevano infatti sentito i due uomini imprecare dopo che essi si erano accorti che nel pacco vi era solo "Farina" anziché la cocaina. Grazie alla tempestiva irruzione, i due spacciatori erano sorpresi sul fatto ed a loro carico, prima che potessero disfarsi di ogni utile elemento di prova, scattava l'arresto.
Il fatto induce inevitabilmente a ritenere che l'episodio si inscriva nell'ambito di un più ampio e organizzato traffico internazionale di sostanze stupefacenti da parte di un gruppo di soggetti associati che importano dal Costa Rica la cocaina destinata ad alimentare il mercato italiano e che i due arrestati abbiano iniziato a prestare la propria collaborazione fornendo all'organizzazione il proprio supporto logistico per far giungere a destinazione la droga.