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OPERAZIONE ANTIDROGA

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Si è conclusa un’operazione della Squadra Mobile di Livorno che ha portato all’applicazione di sei misure restrittive della libertà personale carico di altrettanti indagati che facevano parte della banda di spacciatori

Si è conclusa alle prime ore del 3 ottobre 2015 un'operazione di p.g. della Squadra Mobile di Livorno che ha portato all'applicazione di sei misure restrittive della libertà personale carico di altrettanti indagati che facevano parte della banda di spacciatori che "vendeva" nel centro cittadino nel quadrilatero tra via Garibaldi, P.zza Venti Settembre e P.zza della Repubblica.

Sono stati condotti in carcere:

1. N. J., nato in Tunisia il 21.09.1981

2. A. K., nato in Tunisia il 20.03.1982

3. J. I., nato a Tunisia il 25.12.1981

Sono stati ristretti agli arresti domiciliari in collaborazione con la Squadra Mobile di Cagliari e di Lucca:

1. B. C., nato a Napoli il 14.07.1972

2. C. M., nato a Roma il 16.09.1984

E' stato imposto l'obbligo di firma a:

1. K. H., nato in Tunisia il 17.03.1977

In particolare, A.K, e N.J- avevano monopolizzato il mercato dello spaccio nella zona del centro cittadino puntando come navigati commercianti su due fattori: la fidelizzazione dei clienti e il senso di timore verso avversari e collaboratori. Non è un caso, infatti, che i due spesso sono stati avvertiti dagli acquirenti, quasi tutti giovani italiani, del fatto che erano stati fermati dalla polizia per un controllo subito dopo aver acquistato la "sostanza" dai due spacciatori, segno inequivocabile questo che i due tunisiniavevano conquistato la fiducia e la benevolenza dei loro clienti. Non è un caso nemmeno, che il timore per le reazioni violente dei due abbia spinto il C.M. a lasciare Livorno e a trasferirsi definitivamente a Lucca perché sospettato dai due nordafricani di aver loro sottratto un importante quantitativo di "eroina". Si, perché N.J e A.K. avevano conquistato il mercato dello spaccio di "eroina" in città e non paghi dei lauti guadagni realizzati con il mercato cittadino avevano pensato di estendere i loro affari in provincia di Grosseto, in particolare a Gavorrano. Qui, approfittando di uno storico cliente divenuto tanto fidato da diventare socio in affari i due avevano pensato di conquistare il mercato di quel centro. Per questo avevano stretto "accordi commerciali" con tale M. A. e con la di lui moglie C. S.: i due avrebbero acquistato lo stupefacente dai due tunisini e lo avrebbero rivenduto a Gavorrano. A suggellare l'intesa M.A. si rendeva disponibile a favorire il N.J affinché questi, prendendo una residenza fittizia a Gavorrano, potesse ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno: il grossetano M.A.per coprire l'amico dichiarava falsamente ai Vigili Urbani del paese che erano andati per il controllare l'effettiva presenza dello straniero nella casa ove aveva richiesto la residenza che l'A.K. e la moglie erano fuori per lavoro. Il grossetano aveva anche arredato l'abitazione con alcuni effetti personali dello straniero affinché ad un eventuale controllo la presenza dell'uomo fosse più credibile. I loschi affari tra il M.A.e i due stranieri si erano concretizzati allorquando. Lo scorso 26 agosto, l'uomo chiede insistentemente una certo quantitativo di stupefacente dicendosi disponibile a venire fino a Livorno per poter ritirare la fornitura. In quell'occasione, i due tunisini riuscirono a procurare "solo" 50 gr. di "eroina" da consegnare al grossetano , che pur non del tutto soddisfatto dopo aver pagato la fornitura tramite accredito venne a Livorno per ritirarle la merce, con la complicità della moglie. In realtà, in quella circostanza venne tratto in arresto in flagranza del reato di dentizione a fini di spaccio di sostanza stupefacente dal personale della Squadra Mobile insieme alla moglie che per eludere il controllo di polizia tentò di lanciare l'involucro contente la droga dal finestrino dell'auto sulla quale viaggiavano. Uno dei fornitori di stupefacente all'ingrosso della coppia di stranieri è stato individuato in J. I., arrestato anche egli nel corso dell'operazione; è sua, ad esempio, la droga fornita ai due tunisini e poi da questi venduta al grossetano lo scorso 26 agosto. Il giro d'affari di quella che appare con una vera e propria organizzazione è testimoniato da due diversi episodi: il sequestro di circa 180 gr. di "eroina" in via Chiellini, abilmente occultata in un cancello, e pronta allo spaccio e il sequestro di oltre € 6.000 effettuato dopo una perquisizione nell'appartamento ubicato in questa via Solferino, occupato dai due e adibito a base logistica per gli affari illeciti. Nel corso dell'attività di p.g., venivano identificati oltre 40 assidui acquirenti nei confronti dei quali si procederà amministrativamente.
07/10/2015

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