Le Squadra Mobile di Livorno e Pavia , dalle prime ore del mattino del 07 luglio 2015, ha eseguito 8 misure restrittive nei confronti di altrettanti indagati accusati di far importare droga dall'Albania per spacciarla a Livorno e Pavia
A conclusione di lunghe e laboriose indagini, tecniche e di tipo tradizionale, intraprese dal personale della Polizia di Stato -Squadra Mobile- a
partire dalla fine del 2014, con il coordinamento della procura della Repubblica di Livorno, sul fenomeno dello spaccio di cocaina e marijuana a
Livorno, nelle prime ore del 07 luglio 2015, personale della squadra mobile di Livorno, con il coordinamento dello Sco e con la collaborazione di
personale della squadra mobile della questura di Pavia e del Commissariato di P.S. di Rosignano Solvay, ha dato esecuzione, a Livorno e a Pavia a 8
ordinanze cautelari, emesse dal g.i.p. del tribunale di Livorno ed a 8 decreti di perquisizione personale-domiciliare, emessi dalla Procura della
Repubblica di Livorno, a carico degli indagati colpiti dalle misure restrittive personali.
In particolare :
In Livorno sono stati arrestati e ristretti in carcere :
M. P nato a Cerignola (FG) il 12.10.1956, domiciliato a Livorno;
V.P. nata in Albania il 05.05.1968, domiciliata in Livorno.
In Pavia e' stato arrestato e ristretto in carcere.
A.H. nato in Albania il 10.01.1984, residente a Casorate Primo (PV)
Su provvedimento del G.I.P. e' stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari:
In Livorno :
G.S. nato a Livorno nel 1973, domiciliato in località Poggetto Acquabona (Rosignano marittimo)
Con il concorso della squadra mobile della questura di Pavia, e' stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari:
B.B. nato in Albania nel 1984 residente a Casorate (PV);
Su provvedimento del GIP e' stata sottoposta alla misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla p.g.:
L.S. nata a Pisa nel agosto del 1978 e domiciliata in località Poggetto Acquabona- Rosignano Marittimo.
Con i provvedimenti restrittivi, emessi dal citato g.i.p. su richiesta della procura della repubblica di Livorno, sono stati contestati agli
indagati, a vario titolo, i reati di : detenzione e spaccio continuato, in concorso, di stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, reati perpetrati
in Livorno a partire dall'anno 2014.
Le indagini hanno dimostrato l'esistenza in Livorno e Pavia di un gruppo criminale a conduzione famigliare, composto da soggetti italiani ed
albanesi legati da rapporti di parentela tra loro e dediti all'approvvigionamento ed al successivo smercio di cospicui quantitativi di eroina,
cocaina e marijuana, da un minimo di 500 grammi.
Il vincolo di sangue consentiva, come nelle organizzazioni di criminalità organizzata, al gruppo criminale una solidità e una
impermeabilità rispetto alle investigazioni di polizia.
Nel corso delle indagini infatti anche l'arresto dei corrieri incaricati di effettuare il consueto rifornimento di stupefacente a Livorno non
scalfiva l'organizzazione: il corriere, legato da vincoli di parentela con gli organizzatori del traffico non tradiva la famiglia e accettava di
accollarsi tutte le responsabilità pur di non violare il vincolo di parentela che lega tra loro i vertici dell'organizzazione.
In particolare, nella provincia di Pavia aveva fissato la propria base operativa per i traffici illeciti; la sostanza importata direttamente
dall'altra sponda dell'adriatico con la complicità di altri membri della famiglia rimasti in patria giungeva, preferibilmente, via terra in
Italia a Pavia da dove ripartiva alla volta di Livorno.
La droga giungeva nella città labronica trasportata da corrieri legati da vincoli di parentela; i quali per sfuggire alla investigazioni
spesso utilizzavano mezzi delle ditte per cui lavoravano; le ditte sono risultate ignare ed estranee alle indagini.
E' il caso di B.B. tratto in arresto poiché trovato in possesso di gr. 350 di cocaina e oggi destinatario della misura cautelare degli
arresti domiciliari.
A Livorno la droga veniva presa in consegna da M.P e dalla moglie V.P. che si preoccupavano di dividerla in dosi e di smerciarla in città e
in provincia a Cecina e Rosignano.
Per fare cio' si appoggiavano a Livorno a T.D, destinatario della misura restrittiva deglia arresti domiciliari e per la costa a G.S. destinatario
della misura cautelare degli arresti domiciliari.
I due a loro volta vendevano la sostanza a clienti abituali e a piccoli pusher che acquistavano oltre che per il proprio consumo personale anche
per rivendere alla cerchia di amici e conoscenti ricavando così anche loro un guadagno.
E' il caso dell'arresto di O.R. (noto alla cornache mondane per aver partecipato qualche anno fa ad un reality show) trovato in possesso di gr.10
di cocaina e gr.80 di marijuana.
Lo stupefacente veniva trattato, per lo spaccio al consumo, al prezzo medio (anche in relazione alla sua ottima qualità) di euro 90-100 al
gr.
Questo ha consentito di realizzare facili e lauti guadagni: la famiglia di A. P infatti possiede in Albania diverse proprietà terriere e
immobiliari;mentre alla famiglia di M.P residente a Livono sconosciuta al fisco italiano, sono stati sequestrati:
Due scooter nuovi
Una autovettura Mercedes coupè
3.500€ in contanti rinvenuti all'interno dell'abitazione (per la quale versano un affitto mensile di € 700);
Depositi bancari per una valore di € 38.000
Numerosi c/c intestati sui quali sono in corso accertamenti.
Si ricorderà che M.P., all'interno delle cui abitazione sono stati rivenute oltre dieci dose di cocaina pronte allo spaccio, qualche anno or
sono fu condannato per un tentato omicidio consumato all'interno di un garage di questa p.zza Garibaldi.
Dopo i recenti arresti della procura di Livorno operati nei confronti di un gruppo criminale concorrente che faceva capo a noti pregiudicati, M.P.
scegliendo una strategia di basso profilo per passare inosservato ai concorrenti e alle forze dell'ordine, stava tentando per l'ennesima volta la
scalata alle gerarchie criminali della città approfittando del vuoto di potere che, secondo la sua visione, si era creato nei mesi
scorsi.
Per questo aveva cercato da un lato, di finanziare le proprie attività illecite con lo spaccio della droga, dall'altro di stringere
alleanze nuove con pregiudicati di lungo corso.
Nel corso delle intercettazioni M.P. cercava di convincere alcuni uomini dediti al crimine delle sue zone di origine della provincia di Foggia di
raggiungerlo a Livorno con il fine di realizzare un progetto criminoso ancora in divenire e interrotto dalle attività di indagine.
Dopo gli adempimenti di rito, gli arrestati sono stati distribuiti nelle case circondariali di: Livorno e Pavia.
Non e' stato rintracciato, ed e' attivamente ricercato in campo nazionale, un soggetto, colpito dalla ordinanza di custodia cautelare in carcere.