Aveva dato fuoco ad un’auto dei vigili urbani nelle scorse settimane.
Trattasi di un livornese di 46 anni con vari precendenti.
Secondo la Polizia di Stato della Questura di Livorno e della Polizia Municipale è lui l'incendiario che lo scorso 16 febbraio, nel primo pomeriggio, ha dato fuoco all'auto dei vigili del fuoco in sosta in via Pollastrini. Una conclusione a cui il persobale DIGOS inquirenti sono giunti dopo quattro settimane di indagini, in cui sono stati analizzati migliaia di frame delle telecamere di mezza città, dalla Venezia ai quartieri nord. Un'inchiesta in cui anche i vecchi metodi investigativi delle fonti confidenziali e degli appostamenti hanno avuto un ruolo importante. Alla fine gli inquirenti hanno trovato l'indiziato e hanno fatto un blitz in casa sua, alla Bastia. Ora l'uomo si trova ai domiciliari, come stabilito dal magistrato.
In casa una bottiglia uguale a quella incendiaria. La perquisizione in casa del 46enne, lunedì pomeriggio, è stata fatta dai poliziotti della Digos e dagli agenti della sezione investigativa della polizia municipale,
In casa dell'arrestato, in uno stanzino, gli investigatori hanno trovato una bottiglia di alcol uguale a quella recuperata sul luogo dove è bruciata l'auto dei vigili, ; sotto l'abitazione, c'era una bici nera da donna, identica a quella ripresa dalle telecamere del Comune e della Venezia, e con un simbolo particolare sul paragomme: il numero di Valentino, il 46. Inoltre nell'appartamento c'erano dei giacconi mimetici e dei passamontagna compatibili con quelli usati dall'incendiario di piazza civica. Trovati anche cappelli neri comparabili a quelli usati nell'incendio. Dalle immagini delle telecamere, emerge che l'incediario abbia cambiato la giaccia: prima fa un sopralluogo e ne indossa una marrone, poi torna ed entra in azione, con una mimetica.
In casa dell'arrestato sono state trovate varie armi: due pistole (una lanciarazzi modificata e una finta), svariate cartucce, coltelli di tutte le dimensioni e con vari simboli, manganelli, materiali di tipo militare come le polveri usate sul volto per mimetizzarsi, e poi un tesserino falso dei vigili del fuoco, placche di guardie giurate, una balestra, gilet stile militare e così via. Il livornese, già noto alle forze dell'ordine per vari episodi di microcriminalità, è stato arrestato per la detenzione di armi illegali e denunciato per l'incendio doloso e per la ricettazione di targhe rubate.
Incastrato dalla card del Penny. L'uomo è stato individuato grazie a un lavoro certosino dei degli agenti della Digos e vigili urbani che hanno analizzato i filmati delle telecamere di tutto il centro della città. E c'è dell'altro: quel tipo di bottiglie di alcool, marca Buongusto, sono in vendita al Penny, che ha una filiale proprio in via Mastacchi. E Bacci ha una card del Penny che usa regolarmente. «Lasciare la bottiglia incendiaria sul posto è stato un errore enorme e poi l'altezza della persona indiziata corrisponde a quella dell'incendiario ripreso dalle telecamere.
Le indagini continuano. Non è escluso che l'uomo sia coinvolto anche negli altri incendi di auto che ci sono stati nei mesi scorsi in città. Su questo aspetto sono in corso indagini: la notte precedente il gesto in via Pollastrini, alle 2 era stata incendiata una vettura in via del Toro, dove ha sede un ufficio comunale. Inoltre da quel giorno, non ci sono più stati roghi di auto.
Lavoro sinergico e di squadra ha visto una grande collaborazione tra la Polizia di Stato ed il Comando Polizia Municipale di Livorno