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Allontanati due coniugi albanesi dalla casa famiglia

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Si erano approfittati di un’anziana invalida.

Nelle prime ore del 29 luglio u.s., personale di questa Squadra Mobile, ha eseguito due ordinanze di applicazione della misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare, emessa dal Tribunale di Livorno, nei confronti di due coniugi albanesi.

L'indagine ha avuto origine dalla denuncia sporta nei primi giorni del mese di luglio 2013 in questi Uffici, da un'anziana Signora, ex suora, classe 1933, invalida al 100% per gravi motivi di salute; la donna infatti deambula con difficoltà e solo con l'ausilio di un "deambulatore"; vive in un appartamento di sua proprietà nel quartiere Venezia.

I coniugi fino al mese di marzo 2013 abitavano nell'appartamento sottostante a quello dell'anziana Signora. Già dal Natale 2012 avevano cercato di carpire la fiducia della donna, invitandola a volte a cena, festeggiando il suo compleanno e rendendosi disponibili e sempre pronti ad aiutarla.

Dal marzo 2013 i due coniugi avevano manifestato all'anziana denunciante le loro difficoltà economiche, riferendole che avevano perso il lavoro e che non erano più in grado di pagare la quota dell'affitto di casa; così l'anziana religiosa, in buona fede e con spirito caritatevole, aveva proposto loro di trasferirsi nel suo appartamento, per breve tempo, in attesa che questi trovassero un'altra sistemazione.

Dopo lo studiato e riprovevole accerchiamento posto in essere dai due nei confronti dell'anziana donna, ottenuto il trasferimento nella sua casa, hanno iniziato a porre in essere un'intimidazione ed una pressione psicologica nei suoi confronti, ottenendo immediati e concreti benefici economici; era infatti l'invalida signora che doveva provvedere al pagamento di tutte le utenze di casa (telefono, luce, gas, condominio, ecc…), oltre a dover provvedere, a sue spese, al vettovagliamento.

Dopo poco tempo dall'ingresso nell'abitazione della sventurata anziana, i due coniugi avevano iniziato a comportarsi "non come ospiti, ma come padroni" in casa della donna, che non ha parenti vicini che possono seguirla, che si è trovata costretta a subire in silenzio questa situazione, all'interno del suo appartamento.

I due giovani albanesi si erano appropriati dell'unica camera da letto presente nella casa, costringendo l'invalida a dormire in un lettino in un corridoio, senza privacy, anzi, costringendola a chiedere il permesso per entrare in camera da letto dove, nel suo armadio, custodiva i vestiti e gli effetti personali. Inoltre era costretta a tenere nascosti i soldi che percepisce dalla pensione, nascosti sulla sua persona, temendo che questi soggetti potessero impossessarsene.

Più volte, sia l'anziana signora che le due nipoti, avevano invitato i coniugi HASRAMA a lasciare l'appartamento, ma questi si erano sempre ostinatamente rifiutati, pretendendo che fosse la stessa anziana signora a trovar loro un alloggio in sostituzione.

A spingere la donna a rivolgersi a questa Squadra Mobile è stato proprio il suo stato di totale disperazione e angoscia, sollecitando, in lacrime, un tempestivo intervento da parte delle Autorità per la situazione in cui era costretta a vivere, a causa della presenza ingombrante e non più desiderata della famiglia albanese che aveva ospitato. Infatti l'abuso che gli indagati hanno posto in essere nei suoi confronti era volto ad ingenerare in essa uno stato continuo di ansia, di paura e di intimidazione, prevaricando le sue genuine e del tutto normali esigenze, approfittando, vigliaccamente, dell'età, della fragilità sia psichica che fisica, nonché della condizione di isolamento e di invalidità dell'anziana denunciante, coartando agevolmente le sue capacità volitive e assoggettandola facilmente a stimoli ed impulsi pregiudizievoli per se stessa e per i suoi interessi.

I due albanesi, per ottenere la residenza presso l'abitazione della denunciante, avevano apposto su un documento destinato all'Ufficio Anagrafe del Comune di Livorno, una falsa firma dell'anziana donna, da questa disconosciuta nel corso degli accertamenti effettuati, ignara del fatto stesso che i predetti avessero chiesto ed ottenuto la residenza all'interno del suo appartamento.

Non paghi di tutto ciò, hanno inoltre approfittato delle condizioni fisiche e dell'invalidità dell'anziana, chiedendo ed ottenendo un tagliando per invalidi per la loro autovettura, tale da permettergli la libera circolazione e sosta nel centro cittadino.

Il GIP del Tribunale di Livorno ha emesso l'ordinanza in argomento a carico dei due coniugi, con le tassative prescrizioni del divieto di avvicinamento a tutti i luoghi frequentati dalla persona offesa, con l'obbligo di mantenere una apprezzabile distanza da tali luoghi e dalla medesima, nonché il divieto di comunicare, con qualsiasi mezzo, con essa.


30/07/2013

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