Ad esito di ulteriori indagini la Squadra Mobile ha arrestato il complice (due già tratti in arresto il 18/12/2013) per rapina e tentato omicidio di un imprenditore livornese.
Ad esito di ulteriori indagini, anche tecniche, coordinate dalla Procura della Repubblica di Livorno e svolte dalla Squadra Mobile di Livorno, nella mattinata del 18.02.13, personale della Sezione Reati contro la Persona, ha dato esecuzione ad una ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa, in data 12.02.2013.
In particolare, nel comune di Giarre (CT) è stato tratto in arresto un altro complice nella rapina e nel tentato omicidio ad un imprenditore livornese per numerosi reati, tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso, reati in materia di armi, violenza sessuale su minore, furto, ricettazione, rapine, oltraggio e resistenza a P.U., sorvegliato speciale di P.S.
Il medesimo provvedimento restrittivo è stato, altresì, notificato in carcere ai due complici ai quali sono stati contestati (in aggiunta alle contestazioni di cui all'O.C.C.C. eseguita in data 18.12.12 ) gli ulteriori reati di concorso in detenzione e porto illegale di due armi comuni da sparo e relativo munizionamento, oltre alla ricettazione della predetta pistola clandestina, ed altri reati.
La notte del 28.07.2012 due uomini, coperti da passamontagna ed armati di bastoni e di almeno una pistola, aggredirono l'imprenditore all'interno del giardino della sua villa mentre questi rientrava.
L'imprenditore veniva colpito con bastonate alla testa, nonché attinto da un colpo d'arma da fuoco alla spalla sinistra ad opera dei due sconosciuti, celatisi all'interno del giardino della villa della vittima.
Sul posto venivano repertate e sequestrate le tracce del reato, nonché i bastoni usati dagli aggressori, ed un bossolo rinvenuto sul terreno del giardino della villa.
Due delle persone coinvolte nel tentato omicidio e nella rapina venivano arrestate dalla Squadra Mobile di Livorno in data 18.12.2012, in esecuzione di una prima ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla locale A.G., quali basista - palo, ed esecutore materiale del crimine.
Le successive indagini oltre a consolidare il già importante quadro probatorio acquisito nella prima fase d'indagini, permettevano di individuare una terza persona, complice dei due già ristretti in carcere, che per sottrarsi alla pressione delle Forze dell'Ordine sei giorni dopo l'arresto dei suoi due complici lasciava la Toscana, per ritornare in Sicilia, in provincia di Catania, dove veniva arrestato in data 18.02.2013.