Questura di Livorno

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Arrestato per sequestro di persona e lesioni personali.

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Arrestato in flagranza di reato un cittadino kosovaro che aveva sequestrato e picchiato selvaggiamente l’ex convivente.

Nella serata del 12 gennaio scorso, a seguito di una subitanea attività d'indagine, svolta dalla Squadra Mobile di Livorno, dal Commissariato di P.S. di Pontedera (PI) e con il supporto del locale U.P.G.S.P. - Squadra Volanti, si è proceduto all'arresto di un cittadino kosovaro in flagranza resosi responsabile dei reati di sequestro di persona, lesioni personali e maltrattamenti in famiglia, in danno della convivente, croata classe 1975. In particolare, intorno alle ore 12.00 dello stesso giorno, perveniva, su linea 113, al Commissariato di P.S. di Pontedera (PI), una telefonata di allarme secondo cui, in Località "Le Melorie" del Comune di Lari (PI), una ragazza veniva picchiata violentemente da un individuo, che, poi, l'aveva fatta salire, di forza, su un'autovettura NISSAN, di colore bianco, allontanatasi in direzione Ponsacco (PI). Dopo una ventina di minuti, perveniva, sempre al Commissariato di P.S. di Pontedera (PI), una seconda segnalazione su utenza 113, in ordine alla presenza, in località Perignano di Lari (PI), in uno spiazzo erboso, di una donna, in ginocchio, con la testa chinata in avanti e di un uomo, in piedi, che la stava picchiando selvaggiamente. Dopo aver dato l'allarme, i due passanti provavano a soccorrere la donna, ma l'uomo diceva loro che la donna era sua moglie ed era ubriaca, quindi l'afferrava per un braccio e la caricava nuovamente, con la forza, sulla NISSAN JUKE, per poi allontanarsi. Dopo qualche decina di metri i due testimoni notavano che dall'auto, che era ancora in movimento, la donna si gettava all'esterno, a terra, cadendo sulla strada. L'auto si fermava e da questa scendeva il sedicente marito, che caricava nuovamente la donna, con la forza, al suo interno. Anche l'uomo saliva sul sedile posteriore, per impedire alla vittima altri tentativi di fuga. Il Commissariato di Pontedera (PI) diramava le ricerche del veicolo a tutti gli Uffici di Polizia e Carabinieri delle Province limitrofe. Venivano allertati anche la Squadra Mobile ed l'U.P.G.S.P. di Livorno, con coinvolgimento di numerose pattuglie, sul territorio dell'intera provincia. Le ricerche effettuate nella Provincia di Livorno davano esito positivo. Infatti, nel primo pomeriggio una pattuglia della Squadra Volanti individuava l'autovettura NISSAN JUKE in questione, ferma nel parcheggio di un supermercato. All'interno vi erano solo due persone, un uomo ed una donna, seduti sul sedile posteriore dell'autovettura. Il complice, alla guida del mezzo, si era allontanato. L'uomo, alla vista del personale di Polizia, si abbassava, costringendo la donna a fare altrettanto, simulando di baciare la stessa nella speranza di eludere il controllo di Polizia. I due venivano identificati, ed il personale di Polizia notava subito che la donna appariva molto intimorita, con ecchimosi sul viso, graffi sul collo e indumenti sporchi di fango ed erba. Gli stessi venivano quindi condotti negli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Livorno. Considerato lo stato di prostrazione fisica della donna, veniva richiesto l'intervento dell'autoambulanza per il trasporto della vittima al locale Pronto Soccorso. Qui la donna veniva curata e refertata per: "trauma cranico lieve non commotivo, policontusioni escoriate" e con prognosi di guarigione di gg. 10 s.c. Una volta dimessa, la vittima, negli uffici della Squadra Mobile, presentava denuncia contro il convivente. In particolare narrava dei maltrattamenti patiti ad opera del convivente, da un paio di mesi, da quando aveva scoperto che l'uomo aveva una relazione con un'altra donna. Tali maltrattamenti erano consistiti in una serie di episodi di percosse ed offese, culminate nella frattura di due di costole, con una prognosi di 30 giorni, prima del Natale 2012 ( in tale occasione, per paura la donna aveva riferito ai medici di essere caduta, anziché aver ricevuto calci e pugni dal convivente). Esasperata dalla situazione il 9 gennaio 2013 la donna aveva lasciato la loro abitazione ma il successivo 12 gennaio era stata intercettata e sequestrata dal convivente. Alla luce della gravità dei fatti, della piena coincidenza delle dichiarazioni rese sia dalla vittima che dai vari testimoni delle violenze, il convivente veniva tratto in arresto nella flagranza di reato di sequestro di persona, lesioni personali e maltrattamenti in famiglia e tradotto in carcere presso la locale Casa Circondariale Le Sughere.
16/01/2013

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