Questura di Livorno

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Arrestati due individui particolarmente violenti.

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Uno era armato di machete.

Il 14 novembre u.s., per il personale della Sezione Volanti della Questura di Livorno, diretto dal V.Q.A. Dr. Walter DELFINO, è stata una giornata particolarmente movimentata e contraddistinta da due gravi episodi di violenza.

Il primo, avvenuto intorno alle ore 16:40, quando, per disposizione della sala operativa, la volante interveniva in via della Bastia, in quanto un cittadino livornese segnalava un uomo, che brandendo un machete minacciava pericolosamente un residente della zona. Gli operanti, una volta giunti sul posto, con l'aiuto dei numerosi residenti presenti, in precedenza richiamati dalle urla e dal comportamento del reo, riuscivano a rintracciare il soggetto che stava uscendo da un condominio (dove successivamente veniva rinvenuto e sequestrato il machete).Gli operatori intimavano all'uomo di fermarsi e di fornire le proprie generalità, per tutta risposta quest'ultimo cercava di favorirsi la fuga, colpendo con calci, pugni e sputi gli agenti intervenuti. Considerato lo stato di forte di agitazione del soggetto, che cercava ripetutamente di darsi alla fuga e di scagliarsi contro le persone presenti, gli operatori, non senza fatica, riuscivano ad immobilizzarlo e, conseguentemente, condurlo presso gli uffici per accertamenti.

Dalle testimonianze dei numerosi presenti, l'uomo, successivamente identificato per livornese del 1969, residente in zona, si era portato in strada ed aveva iniziato ad inveire, brandendo un machete con la lama di colore bianco, all'indirizzo dell'abitazione di un individuo, a suo dire reo di aver importunato la propria compagna. Prima di essere bloccato e condotto in Questura, si scagliava verbalmente contro una donna che stava assistendo alla scena urlando "a tuo marito gli taglio la gola, la deve smettere di rompere i coglioni alla mi donna". L'uomo, una volta all'interno della Volante, dava segni di insofferenza iniziando ad agitarsi, sbattendo ripetutamente la testa ed il volto contro la barriera divisoria in plexiglas, procurandosi così delle ferite al volto.

Nello stesso contesto loco-temporale, inoltre, esternava minacce di morte nei confronti degli operatori e colpiva ripetutamente con dei calci la portiera destra dell'autovettura nel tentativo di guadagnarsi la fuga, causando la rottura di entrambe le maniglie delle portiere mediante le quali volontariamente si procurava, altresì, un taglio alla propria mano sinistra. Una volta all'interno della sede dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico di viale Boccaccio, l'uomo dapprima si rifiutava di scendere dal mezzo di servizio e, poi, una volta fuori dall'auto, si avventava contro gli operatori colpendoli con numerosi calci e pugni, lanciando verso di loro numerosi sputi e schizzi di sangue che fuoriuscivano oltre che dalla bocca, anche da un dito della mano destra. Una volta all'interno degli uffici, continuava ad avere atteggiamenti ostili ed auto lesivi, sbattendo ripetutamente il volto contro la parete e contro il vetro divisorio.

Alla luce di quanto sopra esposto veniva indagato in stato di arresto in ordine ai reati di, resistenza, lesioni violenza e minacce a P.U., danneggiamento aggravato e per violazione dell' articolo 4 legge 110/75.

Il secondo episodio aveva inizio intorno alle ore 22,20, quando la sala operativa inviava le pattuglie in zona piazza della Repubblica presso il Kebab ivi presente. Sull'utenza 113 giungeva, infatti, una segnalazione relativa ad uno straniero, in stato di ebbrezza alcoolica, che dava in escandescenza e che stava danneggiano il locale. Le tre volanti, prontamente inviate dalla sala operativa e in servizio di controllo del territorio, grazie alla loro oculata dislocazione, giungevano velocemente sul posto e prendevano contatti con il titolare dell'esercizio e con il di lui figlio, presente anche al momento degli accadimenti.
Questi i fatti antecedenti la chiamata. In serata padre e figlio scorgevano uno straniero, conosciuto da loro, che girovagava in via Della Pina d'oro. Sapendola come persona violenta e pericolosa, avendo egli, già in precedenza danneggiato il loro stesso locale, decidevano di abbassare le saracinesche per evitare che potesse causare altri problemi.

L'immigrato nel frattempo si era completamente svestito e, urlando, camminava nudo per le strade del quartiere lanciando i suoi abiti all'indirizzo di chiunque, cercando la provocazione e lo scontro. Fatto il giro del rione, rivestitosi in parte, tornava nella via del kebab, entrava nel locale senza chiedere alcunché, si portava al frigorifero a colonna e trascinava verso il pavimento tutte le bottiglie di birra ivi contenute, spaccandone diverse ed arrecando un considerevole danno al titolare. Poi usciva e si dirigeva verso piazza della Repubblica, ove, incontrando alcuni passanti, poneva in essere una rapina nei confronti di uno di essi.

In questo frangente veniva notato dagli Agenti presenti in zona. Questi, infatti, mentre parlavano con i titolare ed il figlio, vedevano sulla piazza della Repubblica, un uomo che correva verso piazza XX Settembre inseguito da un altro uomo. Quest'ultimo veniva immediatamente riconosciuto dai proprietari del kebab come l'uomo che poco prima era entrato nel suo locale ed aveva provocato i danni sopra descritti. Gli operatori, a quel punto, si precipitavano nella piazza e, una volta raggiunti i due uomini, provvedevano a fermarli. Con non poca fatica gli agenti riuscivano a bloccare lo straniero che continuava ad opporre energica resistenza. Durante questa fase, il soggetto che, oltre a sputare ed offendere tutti gli uomini della volante, urlando frasi altamente offensive del decoro delle persone, con estremo disprezzo verso il lavoro svolto e l'Istituzione che essi servono, minacciandoli di morte, colpiva operatori con calci e pugni. Una volta all'interno dell'autovettura di servizio, si avvicinava agli operatori uno straniero, nato in Turchia nel 1964, imbarcato su una nave mercantile ormeggiata nel porto cittadino, il quale presentava una vistosa ferita sanguinante alla testa. Questi affermava di essere stato rapinato dall'uomo e narrava che, poco prima dell'arrivo delle volanti, trovandosi nei pressi del bar "Repubblica", veniva avvicinato dall'uomo bloccato dagli operatori, che dopo averlo colpito alla fronte con una bottiglia, gli infilava le mani nelle tasche del giacchetto impossessandosi dei suoi averi. Il cittadino turco cercava di difendersi dall'aggressività dell'uomo, fortunatamente, riusciva a scappare.

Successivamente, mettendo le mani nelle tasche del giubbotto, si accorgeva che il malvivente, durante la breve colluttazione, si era impossessato di un accendino e del permesso di sbarco denominato "SHORE PASS", documento importante rilasciato dalla Polizia di Frontiera, necessario per poter circolare regolarmente. La sua esposizione dei fatti veniva confermata anche da un altro straniero. Quest'ultimo riferiva, altresì, che poco prima veniva avvicinato dal violento, il quale in stato di forte agitazione gli chiedeva dei soldi. Vista la sua insistenza, spaventato dalla sua aggressività e dalla sua considerevole corporatura, decideva di dargli una banconota da 10 euro. Nonostante ciò l'aggressore non si accontentava e gli chiedeva tutti i suoi averi. Negli Uffici della Questura lo straniero continuava a mantenere un comportamento offensivo ed aggressivo, sferrando calci a chiunque gli si avvicinasse. Compiva, inoltre, atti di autolesionismo, battendo ripetutamente la testa dapprima prima contro il vetro della volante e, successivamente, contro le inferriate della camera di sicurezza. Visti il suo pericolo comportamento e valutato il suo stato di forte agitazione che non accennava, altresì, a diminuire, al fine di salvaguardare la sua incolumità, il personale intervenuto decideva di richiedere l'intervento di personale medico del 118. Al termine lo straniero, veniva deferito all'A.G. in stato di arresto in quanto resosi responsabile dei reati di rapina, danneggiamento aggravato, resistenza, lesioni e minacce a Pubblico U


15/11/2012

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