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Violenza sessuale continuata all’interno delle mura domestiche

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Finito incubo di una donna per anni percossa e violentata dal marito, arrestato e condotto in carcere in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare.

Nei giorni scorsi personale dell'Ufficio Prevenzione Generale del Commissariato di Piombino ha tratto in arresto un uomo di anni 42 per violenza sessuale continuata ai danni della coniuge, di anni 40, in esecuzione di un'Ordinanza di Misura Cautelare in Carcere.

Nei confronti dell'arrestato, con precedenti di polizia per delitti contro la persona (lesioni personali e violenza sessuale), già qualche giorno prima era stata applicata, su disposizione del suddetto G.I.P., la Misura Cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare per il delitto di maltrattamenti commessi a danno della moglie, la quale, dopo l'allontanamento forzoso del marito dall'abitazione coniugale è riuscita a trovare il coraggio per raccontare al personale del Commissariato le continue angherie, vessazioni morali, minacce, maltrattamenti, percosse, lesioni e violenze, anche sessuali, che subiva da anni ad opera del marito.

L'attività investigativa del Commissariato veniva avviata lo scorso mese di agosto, a seguito di segnalazioni di continue liti presso l'abitazione dei suddetti coniugi, che spesso, a giudicare dalle grida percepite dai vicini, sarebbero degenerate in percosse. I componenti di una pattuglia del Poliziotto di quartiere si adoperavano prontamente e con indubbie capacità professionali - richieste ed imposte dalla delicatezza della situazione attenzionata - per acquisire informazioni utili a ricostruire la vicenda, atteso che la moglie dell'arrestato, probabilmente per paura di eventuali ritorsioni, aveva sempre minimizzato i numerosi fatti occorsi da lungo tempo.

Dalle indagini espletate con tempestività e accuratezza, emergeva che la situazione della donna spesso notata, da vicini e conoscenti del quartiere, con vistosi lividi, ematomi ed ecchimosi su varie parti del corpo (viso, collo, spalla), era già nota ai servizi sociali, per la presenza nel nucleo familiare di figli minori, i quali spesso si assentavano da scuola per la necessità di proteggere in casa, con la propria presenza, la madre dalle violenze del padre, cui assistevano in continuazione.

Nel corso delle indagini, si accertava, altresì, che, in una recentissima occasione, le percosse sofferte dalla donna furono talmente violente che la stessa dovette recarsi al locale nosocomio, ove, subito ricoverata d'urgenza, subì un delicato intervento chirurgico conservativo di un organo interno. In altre occasioni, sempre nel recente passato la donna aveva subito altri ricoveri ospedalieri, sempre a causa delle lesioni procuratele dal marito, per varie d altrettanto gravi patologie.

In tutte le occasioni, purtroppo sempre per paura di ulteriori, peggiori e forse irreversibili ritorsioni, la donna evitò di accusare il marito, riferendo varie giustificazioni, da ultimo, nell'occasione recentissima dell'immediato ricovero con conseguente intervento chirurgico d'urgenza, quella di essere caduta accidentalmente nella doccia.

Nel frattempo, gli investigatori, attraverso informazioni assunte da amiche e conoscenti della donna, apprendevano che talvolta la stessa, non riuscendo a negare l'evidenza, aveva manifestato a chi le stava più vicino la volontà di separarsi dal marito, il quale, spesso in preda all'alcool, la sottoponeva a continue violenze, per costringerla anche con la forza a rapporti sessuali non consenzienti. Tali violenze, iniziate subito dopo il matrimonio, contratto dieci anni orsono, ed avvenute, talvolta, anche in stato di gravidanza, compromettendo il normale decorso della gestazione, non erano mai state denunciate per l'impossibilità della donna di recarsi presso un medico o un ospedale, atteso che il marito le impediva di uscire da casa.

Alla luce di quanto sopra, emergeva un quadro indiziario talmente grave nei confronti dell'uomo, operaio edile al momento disoccupato, supportato anche dalle cartelle cliniche acquisite dal personale operante, veniva applicato dapprima la Misura Cautelare a carico dello stesso, per evitare il rischio di reiterazione degli atti di violenza ai danni della moglie e, dopo qualche giorno, quella più afflittiva della Custodia Cautelare in Carcere, per violenza sessuale continuata ai danni della coniuge, avendola ripetutamente percossa con violenza e minacciata, al fine di costringerla a subire e compiere atti sessuali non consenzienti.

Personale del Commissariato di Piombino provvedeva, pertanto, a catturare l'uomo, il quale non avendo più fissa dimora in Toscana avrebbe potuto cercare ospitalità nel luogo di provenienza, e condurlo presso il carcere di Livorno, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

Con questa importante, complessa e delicatissima operazione di polizia giudiziaria la Questura di Livorno, diretta dal Dottor Marcello Cardona, attraverso il prezioso e professionalmente eleveto operato degli Ufficiali di P.G. del Commissariato di Piombino, ha ottenuto un significativo e prezioso risultato nel contrasto alla violenza subita in silenzio dalle donne all'interno delle mura domestiche, riuscendo con questo significativo precedente, ad assicurare alla giustizia, in un tempo significativamente breve, un pericoloso soggetto, la cui condotta violenta in famiglia aveva creato, altresì, grave allarme sociale e preoccupazione sia tra gli abitanti del quartiere, sia tra gli operatori del servizio sociale che da tempo si prendevano cura del nucleo familiare, assistendo i minori e la madre, che è stata così liberata dallo stato di angoscia e terrore in cui viveva da circa un decennio.


25/09/2012

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