Arrivano dall’Albania per fare visita al figlio. L’anziana mamma entra in coma ed il padre rischia di dover rientrare perché il permesso per turismo scade. L’Ufficio Immigrazione rilascia ai coniugi un permesso per motivi umanitari.
È venuta in Italia dall'Albania come turista per trovare il figlio e i nipoti. Ma a pochi giorni dal suo arrivo, s'è sentita male: è caduta e s'è procurata un grave trauma cranico. Poco dopo, in ospedale, ha scoperto di avere un tumore al cervello. Ed ora è in fin di vita. Tre mesi più tardi, il suo permesso di soggiorno turistico e quello del marito sono scaduti, ma grazie all'intervento dell'Ufficio Immigrazione della Questura, i coniugi hanno ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari. In questo modo il marito, anche lui albanese, potrà stare vicino alla moglie in questi giorni così critici della sua malattia. «La linea della Questura è avere una sensibilità particolare per casi delicati come questo».
Una storia toccante quella della famiglia degli albanesi. È iniziato tutto a settembre, quando i due anziani coniugi hanno deciso di venire in Italia, in particolare a Livorno, con un permesso turistico della durata di tre mesi per trovare il figlio, che vive in città con la sua famiglia. Tuttavia, dopo neanche una settimana, la donna ha un malore. In ospedale, la donna viene sottoposta a vari esami e approfonditi accertamenti. E il responso lascia poche speranze: ha una grave forma di tumore al cervello. Nel giro di pochi giorni, l'anziana degenera ed entra in coma.
Inoltre rischia di diventare clandestina in quanto il permesso di soggiorno rilasciato per turismo sta per scadere.
È a questo punto che entra in gioco la Questura, che rilascia il primo documento nei confronti della paziente. Tuttavia, alla situazione già critica si aggiunge un altro problema: a dicembre subentra la questione del permesso di soggiorno del padre, che scade. A quel punto, l'uomo sarebbe costretto a tornare a casa, in Albania, per non rischiare di essere irregolare sul territorio italiano. E soprattutto non potrebbe restare accanto a sua moglie, in un momento così drammatico. Non c'è altro da fare se non appellarsi al senso di umanità e solidarietà della Questura. Gli agenti dell'ufficio Immigrazione, guidati dal dirigente dr. Walter Delfino, prendono a cuore il caso. Si interessano alla storia della famiglia albanese e parlano anche con i medici per capire cosa si possa fare. All'anziano viene concesso un permesso di soggiorno per motivi umanitari.