La Squadra Mobile di Livorno a seguito di indagini ha deferito a piede libero una cittadina livornese resasi responsabile del reato di Furto aggravato e due cittadini pisani responsabili, in concorso, di Ricettazione
A conclusione di laboriose indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Livorno sono stati deferiti a piede libero alla locale Procura della Repubblica una cittadina Livornese resasi responsabile del reato di Furto aggravato e due cittadini pisani responsabili, in concorso, di Ricettazione.
Le attività investigative avevano inizio con la ricezione della denuncia di furto, sporta da una signora livornese di 84 anni, alla quale erano nel tempo spariti da casa alcuni oggetti preziosi, senza che fossero stati rilevati segni di effrazione in casa. Questo fatto aveva portato gli investigatori a pensare che l'autore di detta sottrazione fosse qualcuno che aveva frequentato o frequentava l'abitazione dell'anziana donna.
La mattina del 17 febbraio 2011 personale di questa Squadra Mobile, all'esito di pedinamenti ed appostamenti riguardanti persone che frequentavano l'abitazione dell' anziana signora derubata, notava a pochi metri dal predetto Monte dei Pegni, la donna livornese ed il suo compagno, a bordo della loro autovettura, in attesa. Veniva al contempo notato anche un giovane che, dopo aver riscattato delle polizze, con fare guardingo e sospetto, raggiungeva proprio la predetta autovettura ed i suoi occupanti.Immediatamente gli operatori intervenivano, controllando le tre persone. Il giovane, che era entrato all'interno del Monte dei Pegni per ritirare gli oggetti in oro, veniva perquisito e trovato in possesso di una serie di oggetti d'oro.
La livornese confessava di aver compiuto il furto degli oggetti all'interno della casa della famiglia dove esercitava l'attività di badante, quindi, con la complicità del compagno, aveva depositato gli oggetti presso la Sezione Pegni della Cassa di Risparmi di Lucca, Pisa e Livorno, sita in questo centro. Indicava inoltre che le stesse polizze le aveva consegnate al giovane, con il quale si era incontrata la mattina stessa del 17 febbraio, davanti all'ingresso della Sezione Pegni, in modo che andasse lui a riscuoterle, mentre lei lo avrebbe aspettato in auto con il compagno, per evitare di essere riconosciuta.
Gli oggetti rubati all'anziana signora venivano sequestrati e mostrati alla legittima proprietaria, che li riconosceva come propri.
Alla luce di quanto sopra, le tre persone venivano indagate in stato di libertà all'A.G.
La badante livornese quale responsabile del furto dei preziosi, aggravato dall'abuso di prestazione d'opera, in quanto esercitava la propria attività all'interno di abitazione come badante, mentre il compagno ed il giovane per aver entrambi ricettato, consapevoli, i preziosi provento di furto .