La Squadra Mobile dopo una complessa indagine arresta cittadino marocchino,pregiudicato responsabile di rapimento, abusi e violenze in danno della figlia di 4 anni.
Personale della Squadra Mobile della Questura di Livorno, a seguito di una complessa e delicata attività d'indagine, ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Livorno, nei confronti di un cittadino extracomunitario di origine marocchina, di 39 anni, regolare sul territorio nazionale, residente a Livorno, pluripregiudicato per reati contro la persona, indiziato dei delitti di:
- Sottrazione e trattenimento di minore all'estero;
- abbandono di persone minori;
- violenza sessuale su minore;
- tentata violenza privata
nei confronti della figlia di 4 anni e dell'ex coniuge, ventisettenne, marocchina.
L'attività d'indagine ha avuto inizio nel settembre del 2010, allorché l'uomo, senza il consenso della ex convivente marocchina, aveva portato con sé in Marocco, la figlia di 4 anni, sottraendola di fatto alla potestà genitoriale della madre. Difatti l'uomo, con la scusa di voler trascorrere con la figlioletta il giorno del compleanno di questa, la portava con sé, senza darne più notizie alla madre, che solo un mese dopo, e dopo insistenze, apprendeva che la figlia era stata portata in Marocco, pur senza riuscire a sapere dove si trovasse con esattezza.
La donna sporgeva denuncia alla Questura di Livorno nel settembre 2010. Le indagini di polizia giudiziaria, condotte dalla Squadra Mobile, immediatamente attivate, consentivano di appurare che l'uomo aveva portato la figlia in Marocco mediante volo aereo Pisa-Fes nell'agosto 2010.
Gli stessi parenti della donna, in Marocco, si adoperavano per poterla rintracciare.
In particolare una parente, pubblicava un annuncio sul socialnetwork facebook chiedendo aiuto per poter rintracciare la piccola e inseriva una foto. Allo stesso annuncio riceveva risposta nel dicembre 2010 da una donna di un piccolo paesino posto sulle montagne del Marocco, che le comunicava che la bambina ricercata si trovava in quel paese, completamente abbandonata a se stessa, senza che nessuno si prendesse cura di lei.
La madre quindi si recava immediatamente nel paese, riuscendo a rintracciarla con l'ausilio della locale gendarmeria e quindi si ricongiungeva finalmente con la figlioletta, con la quale rientrava in Italia anche con l'assenso delle Autorità marocchine, che avevano affidato la piccola alla mamma.
La bambina era stata trovata deperita, ed era stata affidata dal padre ad un parente di 70 anni e ad una donna; questi le avevano affidato il compito di badare alle capre e di fare le faccende domestiche. Inoltre, dalle confidenze ricevute dalla bambina, emergevano chiari segnali di abusi sessuali posti in essere dall'uomo nei confronti della figlia, avvenuti in Italia, prima della loro partenza per il Marocco.