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Rintracciato e condotto in carcere dalla Squadra Mobile livornese, condannato per i reati di adescamento di minori e minaccia.

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Dopo la condanna definitiva alla reclusione di anni 2, mesi 4 e giorni 20 rintracciato e portato in carcere

Polizia di Stato: rintracciato e condotto in carcere dalla Squadra Mobile un 47enne livornese, condannato per i reati di adescamento di minori e minaccia.

Nel pomeriggio del 15 maggio 2023 la Polizia di Stato di Livorno, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, ha rintracciato e condotto in carcere un 47enne livornese, condannato per i reati di adescamento di minori e minaccia.

 

L’uomo era stato identificato e indagato dalla Squadra Mobile livornese nel marzo 2019 per aver adescato sui social network una bambina di 11 anni, con la quale aveva intrattenuto colloqui e contatti, anche con l’invio di foto a sfondo sessuale. Una di queste conversazioni era stata trovata dalla madre della minore durante un controllo sul telefono della figlia, che immediatamente le aveva raccontato dei numerosi e ripetuti contatti e richieste dell’uomo.

 

Questi era riuscito a conquistare  la fiducia della minore ottenendo la sua “amicizia” su una piattaforma social, dichiarando di essere un amico del padre. Le conversazioni, protrattesi  per circa due mesi, si erano fatte sempre più esplicite e sempre più rivolte ad aspetti riguardanti la sfera sessuale. L’uomo aveva cercato di incontrare la bambina per strada, cercando di darle un appuntamento e chiedendole con insistenza di andare in un posto appartato, evento non verificatosi per cause indipendenti dall’uomo. Successivamente alla presentazione della denuncia da parte della madre della bambina, l’uomo si era recato, travisato, nei pressi della palestra della scuola frequentata dalla minore, osservandola da lontano e facendo in modo che la piccola lo notasse e lo riconoscesse mentre, con le compagne di classe, entrava negli spogliatoi della struttura.

 

Per tali fatti l’uomo – già arrestato all’epoca dei fatti e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per oltre un anno – era stato condannato in primo grado ed in appello alla reclusione di anni 2, mesi 4 e giorni 20, oltre alle pene accessorie ed alle misura di sicurezza del divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano contatto con i minori; la sentenza è diventata definitiva alcuni giorni fa e gli investigatori della Squadra Mobile, su diposizione della locale Procura della Repubblica, lo hanno rintracciato (nella sua abitazione nel centro di Livorno) e condotto nel carcere “Le Sughere” per l’espiazione della pena residua.

 

 


17/05/2023

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