La Squadra mobile livornese ha eseguito tre ordinanze di custodia in carcere ed una di arresti domiciliari
La Polizia di Stato di Livorno, dopo una lunga ed articolata attività investigativa, ha arrestato 4 persone accusate di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L’attività, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, con il contributo della Procura della Repubblica di Livorno, condotta dai poliziotti della Squadra Mobile livornese, è scaturita dall’arresto, nel gennaio del 2019, di un cittadino albanese trovato nella disponibilità di circa 800 Kg. di sostanze stupefacenti (tra marijuana e hashish), che custodiva in un garage della città labronica, fatti per i quali veniva condannato alla pena di anni 4 di reclusione (avendo beneficiato dello sconto derivante dalla scelta del rito abbreviato).
L’indagine proseguiva attraverso molteplici servizi di pedinamento ed osservazione, corroborati da intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre che da videoriprese e consentiva di individuare numerosi soggetti a vario titolo coinvolti in traffici di sostanze stupefacenti, taluni dei quali denunciati (nr. 3) o arrestati (nr. 7), nel corso delle indagini, in flagranza della detenzione – in varie località del Centro/Nord – di svariati quantitativi e tipologie di droga (complessivamente, 300 kg. circa di hashish, 570 Kg. circa di marijuana e un etto di cocaina), fatti per i quali sono già stati giudicati in separati procedimenti penali.
Alla luce delle risultanze dell’intera attività investigativa, il G.I.P. del Tribunale di Firenze ha ritenuto sussistere gravi indizi di colpevolezza del reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti a carico di 4 persone:
- un cittadino albanese, già arrestato in flagranza per la detenzione di circa 25 kg. di marijuana, avrebbe assunto il ruolo apicale di capo e organizzatore ed avrebbe gestito professionalmente, tramite i suoi consociati, il traffico di marijuana, hashish e cocaina nelle province di Livorno e Firenze;
- un cittadino italiano sarebbe il suo “braccio destro”, con compiti di curare la contabilità delle cessioni di stupefacenti, di raccogliere il denaro pagato dagli spacciatori e di mantenere i contatti con i vari corrieri della droga, ed avrebbe eseguito le direttive del “capo” dopo il suo arresto;
- un cittadino albanese avrebbe custodito lo stupefacente del gruppo – custodendolo in vari garage sparsi per la Toscana – e lo avrebbe smistato ai corrieri;
- un altro italiano, infine, avrebbe coadiuvato il connazionale, dopo l’arresto del capo albanese, custodendo stupefacente nel suo garage, nonché coltivando direttamente la marijuana nell’interesse del gruppo e facendo da “staffetta” nelle consegne della droga.
I poliziotti della Squadra Mobile si sono quindi messi subito sulle tracce degli associati, destinatari di misure cautelari, e li hanno tratti in arresto.
Nel corso delle esecuzioni delle misure cautelari – tre ordinanze di custodia in carcere ed una di arresti domiciliari – sono stati sequestrati ulteriori quantitativi di droga (35 grammi circa di cocaina, 800 grammi circa di hashish e un etto circa di marijuana) e materiale utile alla pesatura ed al confezionamento della stessa, fatti per cui uno dei due italiani è stato anche arrestato in flagranza e gli altri indagati sono stati denunciati.
Va precisato che il procedimento penale non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevoli gli indagati.