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Si allontana da casa con intenti suicidi ma viene salvato dalla pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.

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Volanti

nella tarda mattinata giugeva presso la Centrale operativa la richiesta di una signora, livornese, molto preoccupata, per l’allontanamento da casa del marito con il quale aveva avuto una lite

Alle h 13.00 di ieri  presso la Centrale operativa giungeva la richiesta di una signora, livornese,   che riferiva, molto preoccupata, l’allontanamento da casa del proprio marito con il quale aveva avuto  una lite

Il marito , che si era allontanato  dall’abitazione intorno alle ore 7.00 con l’autovettura di famiglia , aveva creato un gruppo  sulla nota chat What App inserendo anche  tutta la sua famiglia alla quale  manifestava chiaramente i suoi intenti suicidi dei quali  peraltro si scusava.Dopodichè  spegneva il cellulare facendo perdere le proprie tracce. 

Questo Centro operativo  richiedeva  immediatamente  la geolocalizzazione del cellulare  dell’uomo, al fine  di indirizzarne le  successive ricerche da parte delle pattuglie. Poco dopo, giungeva notizia che   il telefono  era stato agganciato da una cella presente  in  questa via Pian di Rota: quindi le pattuglie venivano li  inviate per una perlustrazione accurata, considerando che il raggio di azione era di circa 1,4 km.

Nel giro di poco tempo veniva ritrovata l’autovettura    in zona Limoncino, nascosta in un angolo del parcheggio del centro recupero per volatili LIPU: quindi gli operatori effettuavano  un pattugliamento nella zona del bosco retrostante  e del parco pubblico.Di lì a poco , nella boscaglia, i poliziotti riuscivano ad intravedere la persona da ricercare, a margine di un dirupo, mentre tentava di infilarsi una corda al collo per poi impiccarsi.

Gli operatori scivolavano lungo il dirupo stesso  per  raggiungere il punto esatto ove si trovava il soggetto e con non poca fatica, vista la sua robusta corporatura,  riuscivano a liberarlo dalla corda e bloccarlo in terra.

Gli stessi   si adoperavano  in un colloquio con lui per comprenderne la motivazione del gesto durante il quale  si lasciava andare ad un pianto liberatorio.Il signore aveva curato ogni particolare che lo avrebbe aiutato a commettere l’insano atto: infatti, con una corda lunga 15m. aveva creato un cappio, facendo un nodo scorsoio che ,con il peso del corpo  si sarebbe  stretto al collo, impedendo la respirazione  causandone quindi la morte e su un tronco, legato alla corda aveva apposto un biglietto per la famiglia  contenente indicazioni per aprire un file del PC, contenente le motivazioni del gesto.Sul posto veniva   richiesto l’intervento di personale del 118 che  provvedeva di li a poco a trasportare in ospedale il malcapitato che nel tragitto  richiedeva di parlare solo con i figli ( due maschi),che subito dopo infatti   incontrava in ospedale.

 


09/08/2018

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