La Squadra Mobile della Questura di Livorno e il Commissariato di P.S. di Cecina hanno individuato e denunciato una banda di ladri rumeni e nordafricani
La Squadra Mobile della Questura di Livorno e il Commissariato di P.S. di Cecina hanno individuato e denunciato alla competente Autorità Giudiziaria una banda di ladri rumeni e nordafricani specializzata nell’assalto agli esercizi commerciali ove sono installate slot machine
Tutti pluripregiudicati per reati contro il patrimonio e molti dei quali in Italia senza fissa dimora, sono accusati di aver rubato ingenti quantitativi di denaro scassinando slot machines collocate in numerosi esercizi commerciali della Toscana.
Agli indagati vengono contestati ben 10 episodi di furto in distinti esercizi commerciali, consumati dopo la forzatura degli apparecchi contenenti vincite in denaro e avvenuti, tra il giugno ed il settembre del 2016, non solo nel centro cittadino livornese e nel relativo territorio di provincia (Cecina, Piombino, Castiglioncello) ma anche nelle province di Pisa e di Lucca.
Obiettivo principale della banda bar e tabaccai dai quali venivano fatti sparire oltre che i soldi in contanti contenuti nelle macchinette da gioco anche centinaia di stecche di sigarette destinate al mercato nero.
Ma la banda era dedita ad ogni genere di razzia; nel corso dell’indagine è emerso che il gruppo criminale ha sottratto centinaia di chili di rame e numerosi pannelli fotovoltaici dall’impianto installato presso un’azienda vitivinicola.
La refurtiva recuperata, in parte, dalla Polizia è stata riconsegnata al proprietario.
L’attività investigativa, consentiva di ricostruire le responsabilità degli indagati per i dieci episodi di cui si è detto; le indagini sono ancora in corso, anche con la collaborazione delle altre Polizie europee, per localizzare i componenti della banda che potrebbero trovarsi all’estero, eccezion fatta per H.H. nato nel 1986 che nelle more dell’indagine è stato colpito da misura restrittiva della libertà personale.
Tratto in arresto si trova ristretto presso il carcere di Livorno.