![Truffa patenti](/statics/40/lecco_truffa_patente1.jpg?art=1&lang=it)
Lecco
Nella mattina del 28 scorso, personale della Sezione Polizia Stradale di Lecco ha proceduto all’arresto di due cittadini italiani di origine molisana, specializzati in truffe per il conseguimento della patente di guida, denunciando in stato di libertà altri 3 soggetti, di cui uno rumeno. Gli arrestati sono stati sorpresi nei pressi degli Uffici della Motorizzazione Civile di Lecco mentre si accingevano a “vestire” a bordo di un’autovettura un cittadino ucraino che avrebbe dovuto sostenere in mattinata l’esame, dotandolo di auricolare e di ricevitore, oltre che di uno smartphone di ultimissima generazione con il quale, tramite collegamento bluetooth , avrebbe trasmesso la scheda d’esame da compilare, ricevendo poi da un suggeritore esterno le risposte esatte ai quesiti. Da diversi mesi, nell’ambito di mirata attività di indagine, gli agenti della Polizia Stradale avevano sorpreso, in sede di esame e dotati dei suddetti dispositivi, aspiranti extracomunitari con difficoltà linguistiche o italiani privi di patente di guida perché ritirata, incapaci di superare legalmente gli esami teorici. L’organizzazione, all’occorrenza, poneva al servizio del richiedente un “esperto” di teoria che si sostituiva all’esaminando, con carta d’identità falsa. Il costo di siffatte operazioni, sia nel primo che nel secondo caso, si aggirava intorno ai 2.000,00 Euro. Nell’autovettura degli arrestati sono stati rinvenute apparecchiature elettroniche quali auricolari wireless, modem gsm e microcamere, documenti falsificati, nonché la somma di 3000 euro in contanti. Con l’ausilio del personale delle Sezioni di Polizia Stradale di Isernia e Campobasso, venivano effettuate immediate perquisizioni presso il domicilio dei due arrestati e presso le sedi di alcune scuole guida gestite da uno di loro, rinvenendo cospicuo materiale utile per le indagini, oltre a stampanti laser utilizzate per un vero e proprio laboratorio di stamperia di documenti falsi. Venerdì 27 gennaio scorso, dopo la convalida dell’arresto, il giudice ha applicato ad entrambi i soggetti la misura cautelare degli arresti domiciliari.