Rapido epilogo per una rapina in danno di un supermercato della prima periferia cittadina.
Due spezzini di 36 e 34 anni si sono appostati fuori dal negozio e mentre uno restava a bordo di una moto, pronto per la fuga, il secondo, indossando il casco integrale, ha fatto irruzione, puntando una scacciacani senza tappo di sicurezza contro i presenti, riuscendo a impossessarsi di 1.300 euro. Seminato il panico nel supermercato, i due sono poi fuggiti in moto, sparendo nel nulla.
Bastano pochi minuti a Polizia e Carabinieri per arrivare sul luogo e coordinarsi, ascoltando i testimoni e iniziare a setacciare la zona. A un chilometro circa dal luogo della rapina, l'intuizione di un agente della Squadra volante ha messo il primo paletto. L'agente ha notato una moto nera, simile a quella descritta dai testimoni, con il motore ancora caldo regolarmente parcheggiata tra due auto.
I primi accertamenti condotti dalla Squadra Mobile hanno appurato che quella moto era di proprietà del fratello di una persona già nota alle forze dell’ordine. A quel punto è bastato aspettare. Due ore dopo circa sono stati il capo della Squadra Mobile e un altro agente ad intervenire per fermare chi era tornato a recuperare la moto. Si tratta di un 36enne, operaio in un cantiere navale, che portato in questura ha fatto le prime ammissioni facendo, di fatto, identificare anche il complice.
Nel racconto fatto agli inquirenti, i due hanno parlato di una rapina studiata nei minimi dettagli: si sono dati appuntamento dopo l'uscita dal lavoro del primo (come dimostrato dal cartellino timbrato da questi), poi la sostituzione di un'auto con la moto, per essere più agili dopo aver commesso la rapina. Dopo il colpo, nuovo cambio di mezzo: hanno parcheggiato la moto e si sono allontanati con la vettura, per andare poi a buttare la pistola e gli abiti usati nella rapina.
I due hanno ammesso anche che si erano costruiti anche un alibi: avrebbero detto che al momento della rapina erano insieme con acquistare delle dosi di stupefacenti.
Messi alle strette, i due hanno accompagnato gli investigatori nel luogo dove era stata abbandonata la pistola. Trascorsa la flagranza di reato i due uomini sono stati denunciati in stato di libertà. Parte della refurtiva è stata recuperata, anche se qualche banconota nella concitazione del momento è andata persa e parte del denaro è stata spesa.
Il veloce e brillante risultato ottenuto ha dimostrato, ancora una volta, l'abilità e la conoscenza del territorio da parte degli uomini della Polizia di Stato.