LA SQUADRA MOBILE NOTIFICA AD UN 50ENNE AQUILANO LA MISURA DELL’ALLONTANAMENTO DALLA CASA FAMILIARE CON DIVIETO DI AVVICINAMENTO AI LUOGHI FREQUENTATI DALLA MOGLIE E DALLA FIGLIA.
Ancora una volta la Squadra Mobile è intervenuta per indagare per una vicenda per la quale è ipotizzato il reato di atti persecutori e che ha portato l'A.G. ad emettere la misura dell'allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie e dalla figlia, emesso dal GIP del Tribunale di L'Aquila, al cinquantenne aquilano S. (cognome) M. (nome). La donna avrebbe subito per anni le angherie e le umiliazioni del marito che, sin dai primi anni del loro matrimonio, ha avuto atteggiamenti poco amorevoli nei suoi confronti. Nel corso della vita coniugale la donna avrebbe subito ogni genere di umiliazione e di violenza psicologica, arrivando, negli ultimi anni, ad essere picchiata ripetutamente, anche davanti alla figlia minore. Una vicenda che va indietro nel tempo e per la quale la donna non aveva mai sporto denuncia, limitandosi, nel 2008, a presentare solo un esposto in Questura, con il quale chiedeva che il marito fosse diffidato dal continuare con tali condotte. Un anno, il 2008, che si può definire preistoria, perché il delitto di atti persecutori di cui all'art. 612 bis c.p. sarà inserito nel nostro ordinamento solo nell'anno 2009 e quindi all'epoca non esistevano ancora gli strumenti giuridici attuali e nemmeno la giusta sensibilità verso tale grave tipologia di reato. Evidentemente la donna, come spesso avviene in questa tipologia di reati, sperava che il marito potesse ravvedersi, ma le cose sono andate diversamente. E così la situazione è peggiorata notevolmente ed alla violenza fisica e verbale si sono aggiunte minacce di morte. A qual punto la donna si è vista costretta ad abbandonare la propria abitazione ed a rifugiarsi a casa dei propri genitori ed avviare le pratiche per la separazione, ma nemmeno questo è servito a placare l'ira del marito, che invece ha iniziato a manifestare i suoi propositi di vendetta nei confronti della moglie anche a parenti e terze persone. A questo punto della propria vita e per tutelare la loro bimba minorenne, la signora si è finalmente convinta a chiedere aiuto ed ha denunciato alla Squadra Mobile aquilana quanto accaduto. Le indagini della Squadra Mobile, corredate dai certificati medici rilasciati dai sanitari del Pronto Soccorso del locale ospedale hanno consentito alla Procura della Repubblica di chiedere ed ottenere una misura cautelare nei confronti dell'indagato, che adesso non potrà più avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla donna e dalla figlia, compresa la casa familiare. L'Aquila 9 maggio 2015LA POLIZIA DI STATO INTERVIENE ANCORA UNA VOLTA PER UN CASO DI STALKING
09/05/2015