È trascorso quasi un anno dal mio arrivo a L’Aquila, una bellissima città di cui è di immediata percezione l’essenza di rinascita e di aspirazione all’ ordinario ciclo di vita sociale.
Non ho avuto, tuttavia, tempo e modo di poter percepire appieno le caratteristiche materiali e spirituali del territorio in quanto, dopo solo pochi giorni, sono stato preso dal naturale vortice delle immediate attività poste in essere per impedire la diffusione di questa odiosa pandemia.
Una situazione che ci ha visti tutti coinvolti in uno sforzo unanime di difesa della collettività, in un moto costante di tutela dei cittadini, conditi da slancio ed impeto significativi, teso a preservare il nostro Paese da una subdola quanto non facilmente individuabile minaccia.
Abbiamo agito silenti ma determinati, adottando innovative procedure, cimentandoci nell’applicazione di nuovi strumenti, considerando impreviste circostanze, valutando inattese condizioni, percorrendo inesplorati itinerari, ma in ogni momento persuasi da un comune sentire di vicinanza e di protezione della collettività.
Insieme, in questo agire nell’interesse della comunità, la nostra comunità, si è faticosamente, ma con grande soddisfazione, tracciato un solco che potesse condurre ad una vita normale, seppur condizionata da diversi, indispensabili meccanismi, stili, condizioni.
Il nostro congiunto lavoro verso un percorso di normalità, che si è imbattuto in questo notevole ostacolo, ha reso ancor di più voi tutti, noi tutti, resilienti alle difficoltà, apportando ulteriore capacità di resistenza ai problemi e di comprensione dei disagi altrui.
Ed infatti, forte della vostra encomiabile collaborazione, pur se tra evidenti disagi, non ho mai rinunciato al confronto, al dialogo con la gente, ad ascoltare le loro esigenze, le aspettative di ognuno, con lo spirito di poter conferire cura, assistenza, supporto, declinandone soprattutto le loro necessità morali e psicologiche.
Avevo desiderio di fare queste considerazioni che forse avrebbero ricevuto migliore dignità in un incontro plenario con tutti voi ma che, alla luce della inopportunità di una sua realizzazione, affido a questa nota, nella speranza che possa trasmettere le stesse emozioni.
Con serenità ed equilibrio vi esprimo sentiti ringraziamenti per quello che è stato fatto, per quello che avete realizzato e, al contempo, vorrei porgere per le prossime festività a voi e ai vostri cari i sentimenti più sinceri di bene e felicità con l’auspicio che i prossimi mesi possano trascorrere nel segno della solidarietà, del sostegno e della responsabilità, valori fondanti della nostra delicata missione di sicurezza.