Nella mattinata odierna, a conclusione di un’intensa attività di indagine, svolta dal personale del Settore Anticrimine del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Sulmona, sono state eseguite, su disposizione del G.I.P. presso il Tribunale di Sulmona, quattro misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti esponenti di una famiglia appartenente alla comunità rom di Sulmona.
Il 19 settembre scorso, poco dopo le 15,30, era arrivata, sul numero di emergenza “113”, una richiesta di aiuto da parte di un uomo che riferiva che la madre era stata aggredita poco prima, all’interno dell’autolavaggio che gestiscono insieme a Sulmona, ed era gravemente ferita.
Il personale della Volante, giunto sul posto, trovava a terra, con il viso coperto di sangue, la donna, con accanto il figlio. Nell’ immediatezza la signora, nonostante le condizioni di salute in cui versava, riferiva l’identità dell’autrice dell’aggressione, una donna appartenente alla locale comunità rom, prima di essere trasportata presso l’Ospedale di Sulmona dal personale del 118.
I sanitari diagnosticavano un trauma cranico con piccola irregolarità della corticale esterna dell’osso frontale, una frattura a più rime e lievemente scomposta della base del primo metacarpo della mano destra, una ferita lacero contusa nella regione del vertice ed escoriazioni varie al volto e al braccio destro, con una prognosi di 45 giorni.
Sia il figlio che successivamente la vittima, raggiunta in ospedale da personale del Settore Anticrimine del Commissariato, riferivano che quella mattina si era presentata presso l’autolavaggio la madre dell’autrice dell’aggressione la quale aveva minacciato pesantemente la donna, che aveva ricevuto qualche anno fa una somma in prestito dalla figlia e dal genero, intimando di pagare quanto dovuto, pena violenze da parte della sua comunità.
Analogo episodio era avvenuto qualche giorno prima, sempre all’autolavaggio. In quel caso si erano presentati l’autrice dell’aggressione, con il marito e il figlio maggiore. I tre avevano minacciato di morte la donna e il figlio.
Alle 15,30 del 19 settembre, mentre i due erano intenti a lavare una macchina, si era presentata all’autolavaggio la donna rom che era scesa dalla propria autovettura brandendo una chiave a croce con la quale aveva iniziato a minacciare la vittima, chiedendo il pagamento della somma dovuta. Di fronte alle proteste della donna, che faceva presente di aver già saldato ampiamente il proprio debito, la rom cominciava a colpirla con violenza, utilizzando la chiave a croce, al volto e sul corpo. A quel punto interveniva in soccorso il figlio della vittima, che veniva a sua volta minacciato, e l’autrice dell’aggressione, che nel frattempo si era scagliata contro la macchina che i due stavano lavando, danneggiandola, si allontanava, minacciando entrambi di morte nel caso in cui avessero chiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
Le ricerche della donna, partite immediatamente, davano esito negativo. Veniva trovata poco dopo, occultata in un campo nelle adiacenze dell’abitazione della madre della ricercata, la macchina a bordo della quale si era recata all’autolavaggio, con all’interno i suoi documenti.
L’attività di indagine permetteva di accertare che la vittima, che aveva chiesto 3.000 euro in prestito nel 2014, aveva restituito nel tempo alla famiglia rom un totale di poco meno di 19.000 euro, con un tasso di interessi usurario, pari al 20% mensile. La donna aveva registrato tutti i pagamenti su un foglio, indicando data e importo consegnato.
Nel tempo i quattro soggetti avevano continuato a chiedere del denaro alla vittima, dietro pesanti minacce.
A seguito degli elementi raccolti dal personale del Settore Anticrimine del Commissariato di Sulmona, in considerazione dell’elevato pericolo di reiterazione dei reati, del pericolo di inquinamento delle prove, reso evidente dal comportamento intimidatorio tenuto dagli indagati nei confronti delle vittime ma anche di potenziali testimoni, per le modalità di aggressione della donna, che potevano portare a conseguenze più gravi, il G.I.P. presso il Tribunale di Sulmona, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Sulmona, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei quattro esponenti della famiglia rom, responsabili del reato di usura aggravata e la sola autrice della violenza, anche dei reati di tentato omicidio premeditato e aggravato dalla crudeltà, di tentata estorsione e del danneggiamento aggravato dell’autovettura.
I due uomini sono stati condotti presso la casa di reclusione di Sulmona, mentre le due donne presso la casa di reclusione di Teramo.