Verso le ore 12:15 del giorno 14.02.2020, presso la sede della motorizzazione civile di Imperia, durante lo svolgimento di una sessione di esame teorico per il conseguimento della patente di guida di categoria “b”, personale di polizia giudiziaria della Sezione di Polizia Stradale di Imperia eseguiva un’operazione di monitoraggio nei confronti dei candidati intenti ad eseguire la prova.
In tale frangente, poco dopo l’inizio del test, C.B., cittadino turco del 1983 e B.F., cittadino italiano del 1977, venivano sorpresi nel tentativo di falsare il risultato del proprio esame mediante l’utilizzo di sofisticati sistemi elettronici che li ponevano in contatto con dei “suggeritori” esterni.
Nel corso delle indagini svolte sul posto, è stato appurato che i due indagati erano “assistiti” da due differenti sodalizi criminali, uno dei quali veniva immediatamente individuato ed intercettato, con la conseguente denuncia in stato di libertà di R.L., del 1951, complice del suddetto individuo di origini turche.
Entrambi gli indagati ammettevano di aver corrisposto al proprio suggeritore una cospicua somma di denaro in cambio del suddetto “servizio”, che comprendeva altresì la fornitura di un “kit”, indispensabile per mettere in contatto il suggeritore con il candidato: il cittadino italiano asseriva di aver pagato 1300 euro mentre il cittadino turco 1500 euro consegnati prima della prova ed altri 1500 euro da corrispondere dopo il superamento dell’esame.
I due “kit” di comunicazione utilizzati dagli indagati, molto sofisticati ed assemblati a regola d’arte, si distinguevano tra loro per componentistica e sistema di trasmissione con l’esterno, risultando entrambi efficaci ed attivi al momento del controllo.
Il “kit” scoperto indosso al B.F., si componeva di una felpa modificata con un foro nella parte frontale, nel cui retro era stato apposto un cellulare smartphone di ultima generazione, mediante una cover fissata da una toppa adesiva. Il sistema era completato da un micro auricolare bluetooth comandato da un telecomando senza fili. Verosimilmente l’indagato, tramite una videochiamata con i suoi “suggeritori”, trasmetteva loro le video immagini del test e, attraverso l’auricolare, riceveva la risposta corretta.
Invece, il “kit” utilizzato dal C.B., era costituito da una camicia preparata “ad hoc”, della quale un bottone frontale era stato sostituito con l’obiettivo di una microtelecamera, applicata nel retro con appositi sostegni cuciti alla camicia stessa. La telecamera era alimentata da una batteria esterna tipo “power bank”, celata nella parte posteriore della camicia, all’interno di una tasca appositamente cucita. Il segnale video proveniente dalla telecamera veniva trasmesso al suggeritore per mezzo di un router portatile, anch’esso nascosto in una ulteriore tasca cucita nel retro della camicia. L’apparato di ricezione si componeva di un micro auricolare bluetooth collegato ad un piccolo router delle sembianze di una carta di credito, che l’indagato teneva in una tasca. Il suggeritore, denunciato in concorso, visionava le immagini della telecamera su un comunissimo tablet, consigliando il candidato attraverso un telefono cellulare in chiamata con il dispositivo a cui era collegato il micro auricolare.
Tutte le apparecchiature sono state poste in sequestro e immediatamente rimosse dalla disponibilità dei rispettivi utilizzatori, ai quali è stata comunque data la possibilità di terminare l’esame, che, per entrambi, ha avuto esito negativo.
Al termine delle operazioni, i due candidati all’esame venivano denunciati in stato di libertà ai sensi dell’art. 1 l. 475/25 mentre il suggeritore ai sensi dell’art. 2 del medesimo disposto normativo che specificatamente punisce tali condotte. Indagini tuttora in corso.