Nel pomeriggio di sabato il centralino del Commissariato di Pubblica Sicurezza riceveva un’allarmante chiamata da parte di una donna che chiedeva disperatamente aiuto senza riuscire ad aggiungere altro a causa della brusca caduta della linea.
Mentre gli operatori si adoperavano per riuscire a localizzare il luogo da cui era partita la telefonata, giungeva un’altra chiamata con cui un cittadino segnalava una violenta lite in corso all’interno dell’abitazione dei suoi vicini di casa.
Gli uomini della Volante in pochi minuti raggiungevano il luogo ed ivi trovavano una donna, appena maggiorenne, di origini lombarde ma residente a Sanremo, che, in stato di shock, lamentava forti dolori alla schiena e al collo presentando chiari segni di percosse.
Dentro casa si trovava il compagno, un ragazzo polacco di diciannove anni, il quale si mostrava brusco ed arrogante ed affermava “che non era successo niente di grave”.
La giovane dichiarava di essere stata aggredita e percossa dal suo compagno e di essere in stato di gravidanza. Veniva pertanto trasportata immediatamente in ospedale dall’ambulanza richiesta sul posto dalla pattuglia.
All’esito degli accertamenti, alla giovane veniva diagnosticata una distorsione cervicale e varie escoriazioni al collo, con ricovero in ospedale e prognosi di guarigione di venticinque giorni.
La stessa raccontava ai poliziotti di essere stata vittima di violenza da parte del compagno più di una volta, non riuscendo mai a denunciarlo in quanto ogni volta che si determinava a farlo lui la segregava in casa impedendole il dialogo con chiunque.
Nel pomeriggio di sabato narrava che l’uomo, dopo l’ennesima lite, l’aveva prima afferrata per il collo e poi trascinata sul pavimento tirandola per i capelli. Lei tentava più volte di chiedere aiuto gridando e cercando di contattare la polizia ma lui la zittiva e la bloccava, sino a chiuderla dentro ad una stanza.
Grazie al frammento dell’ultima chiamata da lei effettuata e alla segnalazione dei vicini, la polizia riusciva a rintracciarla e metterla in salvo.
L’uomo veniva tratto in arresto per lesioni aggravate.
Stamane il giudice convalidava la misura ed applicava al medesimo il divieto di avvicinamento alla persona offesa.
Il Questore Capocasa: “La denuncia è uno strumento di tutela. Uscite dal silenzio. Aiutateci ad aiutarvi”.