La legge 69/2019 (c.d. Codice rosso) ha introdotto nel nostro ordinamento nuove misure a tutela delle vittime di violenza domestica e di genere al fine di dare una risposta più efficace al fenomeno.
Anzitutto, è stata creata una corsia preferenziale in sede di denuncia da parte della vittima, tale per cui quando la persona offesa denuncia un reato ricompreso nella lista prevista dalla legge (tra cui maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, lesioni commesse in contesti familiari o nell’ambito di relazioni di convivenza) scatta una procedura predefinita sia per le Forze dell’Ordine che per la Procura presso il Tribunale. In concreto significa che la Polizia Giudiziaria, una volta acquisita una notizia di reato, deve immediatamente riferire il fatto, entro il giorno successivo, al Pubblico Ministero, che, a sua volta, deve sentire entro 3 giorni la persona offesa o il denunciante. L’obiettivo è assicurare la trattazione immediata di tutti i casi che rientrino nel novero dei delitti contro le fasce deboli, al fine di garantire una tutela maggiore per questo tipo di vittime, non solo attraverso l’avvio rapido del procedimento penale, ma anche mediante l’adozione tempestiva di eventuali provvedimenti di protezione delle vittime.
A 20 giorni dall’entrata in vigore del Codice Rosso si è registrato in provincia un aumento delle denunce e segnalazioni in materia di violenza domestica e di genere.
In quest’ottica devono leggersi i 3 provvedimenti di Ammonimento emanati dalla Divisione Anticrimine della Questura di Imperia nel mese di agosto.
La dinamica di questo genere di vicende nella maggior parte dei casi si ripete: non accettazione della fine della relazione da parte di chi subisce la decisione, con successiva escalation di atteggiamenti e comportamenti ossessivi, persecutori, minacciosi e violenti. Altro tratto caratterizzante tali situazioni è il silenzio delle vittime, che si ritrovano a subire vessazioni per lungo tempo in una costante condizione di ansia e timore per la propria incolumità, con la paura altresì di non essere credute o senza la forza e il coraggio di denunciare il proprio marito o compagno.
Il primo caso affrontato questo mese dai poliziotti riguarda due giovani di Bordighera la cui relazione dopo circa due anni viene interrotta per volere della ragazza. Se fino a quel momento il ragazzo non aveva mai mostrato segni particolari di aggressività o gelosia, la decisione della ragazza scatena in lui un meccanismo di negatività incontrollabile. Cerca in tutti i modi di recuperare il rapporto, soprattutto attraverso messaggi telefonici che poco a poco diventano talmente frequenti da risultare ossessivi e persecutori, oltre che con un contenuto violento e minaccioso. La situazione degenera quando la ragazza inizia una nuova relazione, al punto che l’ex fidanzato arriva ad aggredire il nuovo ragazzo.
Il secondo caso gestito dalla Questura riguarda invece una coppia di 50enni che, dopo una relazione di circa 1 anno, si separano per scelta della donna. Il compagno, non accettando la decisione, inizia ad attuare una serie di condotte al fine di riconquistare la donna, arrivando tuttavia a comportarsi in maniera maniacale. In particolare, l’uomo proferiva frasi minacciose particolarmente gravi e preoccupanti talora dichiarando di togliersi la vita in caso di separazione, talora affermando che la donna poteva solo stare con lui e tutto ciò avveniva sia durante le discussioni, sia per messaggio, sia nei continui appostamenti sotto casa della donna o fuori dal luogo di lavoro della stessa. Non solo, la situazione andava avanti per diversi mesi e gli appostamenti dell’uomo avvenivano sia di giorno che di notte, nonostante l’intervento in più di un’occasione delle Forze dell’Ordine.
La terza vicenda, infine, ha per protagonisti una coppia di circa 30 anni, dell’entroterra imperiese. In questo caso il carattere aggressivo e violento del ragazzo, esploso dopo la decisione della ragazza di chiudere la relazione, emergeva già durante il rapporto, quando in più di un’occasione una discussione o un diverbio erano la causa di successive percosse e aggressioni, mai denunciate dalla ragazza per vergogna e timore di ripercussioni più gravi. Dopo la fine della storia, la ragazza bloccava il telefono dell’ex compagno e questo iniziava a contattarla ossessivamente da un’utenza anonima, anche di notte e durante l’orario di lavoro.
Nelle tre vicende esposte, un ruolo fondamentale l’ha giocato il personale della Divisione Anticrimine della Questura la cui professionalità e sensibilità ha aiutato le vittime a sentirsi a proprio agio e a raccontare una parte così intima e personale della propria vita.
Tutti e tre gli uomini sono stati ammoniti con un formale provvedimento, a firma del Questore, con il quale è stato loro intimato di tenere una condotta conforme alla legge con l’avvertenza che laddove dovessero continuare ad avere atteggiamenti analoghi, saranno denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di stalking (sottolineando che la pena prevista per tale reato è aumentata se il fatto è commesso da un soggetto già ammonito). Al momento della notifica del provvedimento i destinatari dello stesso sono stati altresì informati della presenza sul territorio di centri antiviolenza e di strutture di aiuto, supporto e ascolto per i responsabili di tali condotte.
Il provvedimento amministrativo dell’Ammonimento, che interviene prima della commissione di un fatto di reato, ha una valenza preventiva a tutela della vittima, avendo quale scopo principale quello di redarguire e monitorare l’uomo, rendendolo edotto che, perseverando nei suoi atteggiamenti, rischia di essere portato innanzi a un Tribunale e condannato per un grave reato.
Ricorda il Questore: “Aiutateci ad aiutarvi. Denunciate sempre”.