Nei giorni scorsi si presentava negli uffici della Questura di piazza Duomo una donna che aveva bisogno di aiuto e aveva timore per la propria incolumità a causa dell’atteggiamento dell’ex ragazzo.
Con pazienza e attenzione, il personale specializzato della Divisione Anticrimine della Polizia di Stato ascoltava la vicenda, ritrovando nella stessa elementi ormai noti agli operatori.
Dopo qualche mese di relazione la donna decideva di interrompere la frequentazione a causa dei comportamenti del compagno che la stessa definiva “ossessivi e aggressivi”.
Dalla fine della storia iniziava per la signora il periodo peggiore: messaggi e chiamate continui, in alcune delle quali l’ex partner la aggrediva ed insultava con urla e bestemmie, nelle altre piangeva, si scusava e chiedeva di tornare insieme; numero di telefono bloccato; appostamenti sotto casa e fuori dal luogo di lavoro, ogni volta cercando un confronto che ogni tanto si risolveva in uno scambio pacato in cui l’uomo insisteva per tornare insieme e la maggior parte delle volte sfociava in scenate, grida, minacce, il tutto davanti a colleghi, conoscenti o passanti per strada; ancora, l’uomo si faceva trovare nei locali dove la donna si trovava con gli amici, transitando avanti agli stessi.
Gli episodi si verificavano a cadenza costante quasi quotidiana per circa 3 mesi prima che la vittima trovasse il coraggio di chiedere aiuto.
Quanto raccontato trovava riscontro nelle chiamate registrate e nelle numerose testimonianze acquisite da parenti, amici e colleghi.
Anche gli effetti sulle vittime causati da questo genere di condotte sono noti ai poliziotti che sempre più di frequente affrontano questo fenomeno.
La donna, in questo caso, è ricorsa alle cure di uno specialista in ragione del grave stato di ansia in cui versava, aveva preso l’abitudine di chiamare sempre qualcuno all’uscita di casa o da lavoro e quando questo non era possibile variava l’orario di uscita o il tragitto effettuato.
Sulla base degli elementi raccolti il Questore di Imperia è intervenuto con un Ammonimento nei confronti dell’uomo.
A 10 anni dall’introduzione di questo strumento, possono svolgersi alcune considerazioni sulla sua efficacia.
L’Ammonimento è un provvedimento amministrativo di competenza esclusiva del Questore, Autorità provinciale di Pubblica Sicurezza, ed è attualmente previsto come misura preventiva nei confronti dei reati di stalking, violenza domestica e cyberbullismo.
Imperia ha tra l’altro dato il via proprio in quest’ultimo campo: a pochi mesi dall’entrata in vigore della legge nel 2017, infatti, il Questore Capocasa adottava il primo Ammonimento in Italia contro un minore autore di atti di prevaricazione nei confronti di un altro minore.
In riferimento alla provincia di Imperia, il trend degli Ammonimenti è in crescita.
Nell’arco di tutto il 2017 sono stati emessi 3 Ammonimenti, 13 nel 2018 e 3 da gennaio 2019 ad oggi, a fronte di 14 istanze presentate nel 2017, 23 nel 2018 e 9 nei primi mesi di questo anno.
Il divario tra il numero delle istanze presentate e quello dei provvedimenti adottati è dovuto alla mancanza dei presupposti normativi per procedere o al fatto che in presenza di fenomenologie delittuose più gravi si è ritenuto di procedere d’ufficio con una segnalazione all’Autorità Giudiziaria.
Ma chi è lo stalker?
Per quanto riguarda l’età, sia fra gli autori che tra le vittime vi è una maggioranza della fascia di età compresa tra i 40 e i 50 anni.
È tendenzialmente cittadino italiano, sia l’autore che la vittima.
In diversi casi si è registrato negli autori di atti persecutori un vissuto di abuso di sostanze stupefacenti, di alcool e/o una situazione di indigenza.
La maggior parte dei casi affrontati aveva una trascorsa convivenza quale presupposto (tra ex coniugi o ex conviventi); non si sono registrati comportamenti persecutori da parte di soggetti estranei e/o sconosciuti alla vittima.
Le vittime di stalking che si sono rivolte agli Uffici della Questura sono in netta maggioranza donne; negli anni considerati solo 3 uomini hanno fatto richiesta di Ammonimento nei confronti di ex mogli/compagne.
Può giudicarsi positivamente, non solo in ambito provinciale ma anche su scala nazionale, l’efficacia preventiva e deterrente della misura dell’Ammonimento. Nel 2018 solo in 2 casi vi è stata una reiterazione delle condotte persecutorie, che peraltro ha portato alla conseguente denuncia d’ufficio all’Autorità Giudiziaria con richiesta della misura cautelare del divieto di avvicinamento.
L’aumento del numero delle istanze di Ammonimento è anche da attribuirsi alla maggiore conoscenza di questo strumento preventivo da parte dei cittadini attraverso un’incisiva campagna di sensibilizzazione e informazione che la Polizia di Stato ha attuato in provincia negli ultimi anni.
Sono state infatti numerosissime le iniziative realizzate in occasione della festa della donna, della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, gli incontri organizzati nelle scuole con personale della polizia ed esperti del settore, nonché gli eventi in collaborazione con il Centro Provinciale Antiviolenza.
Nonostante lo sforzo profuso dalla Polizia di Stato in questo campo, il fenomeno degli atti persecutori così come quello delle violenze domestiche è ancora caratterizzato da una certa percentuale di casi non denunciati – il c.d. “sommerso”- che si spiega considerata la difficoltà per le vittime di confidare e condividere aspetti estremamente intimi e personali e di denunciare alle Autorità l’ex marito o il padre dei propri figli.
Anche per tale motivo si rivela fondamentale, da un lato, un’attività di comunicazione e divulgazione capillare sul territorio e, dall’altro, il mantenimento di una solida rete tra le istituzioni e gli attori coinvolti a vario titolo, al fine di inviare un messaggio di sicurezza e fiducia alle persone offese affinché trovino il coraggio di ribellarsi.
“Aiutateci ad aiutarvi. Denunciate sempre”. Questo è il mantra del Questore Capocasa.