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SANREMO. OPERAZIONE “REBOUND”. DOPO GLI ARRESTI, SEQUESTRATI ALLA FAMIGLIA RINALDI BENI PER QUASI 1 MILIONE DI EURO.

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SANREMO. OPERAZIONE “REBOUND”. DOPO GLI ARRESTI, SEQUESTRATI ALLA FAMIGLIA RINALDI BENI PER QUASI 1 MILIONE DI EURO.

Un importante seguito dell’operazione “Rebound”, condotta dalla Polizia di Stato di Imperia, è stato portato a termine in queste ore con sequestri di beni nella disponibilità della famiglia RINALDI di Sanremo per quasi 1 milione di euro.

 

L’indagine – scaturita dopo che il 24 giugno 2017 due persone travisate ed armate di pistola avevano fatto irruzione nell’appartamento di proprietà della famiglia RINALDI, a Poggio di Sanremo (IM), asportando preziosi per svariate migliaia di euro e malmenando la moglie del “capofamiglia” RINALDI Giuseppe – aveva consentito di individuare nei pregiudicati MISTRETTA Mario e MARINI Marcello, gravitanti negli ambienti criminali di Sanremo, gli ideatori e “complici” della rapina.

 

Per tale reato questi ultimi sono già stati giudicati: MISTRETTA Mario è stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, lo scorso 7 dicembre, alla pena di anni 5 di reclusione e MARINI Marcello – nella cui disponibilità era stata anche rinvenuta la pistola, carica e col colpo in canna, con cui era stata commessa la rapina – aveva già patteggiato la pena di anni 4 di reclusione.

 

Inoltre, l’attività investigativa aveva disvelato gli interessi criminali di RINALDI Giuseppe – già destinatario di una misura cautelare nel 1994, nell’ambito dell’Operazione c.d. “Colpo della Strega” relativa alla presenza della ‘ndrangheta nel ponente ligure– e dei suoi figli Matteo e Luca, emersi quali leader dello spaccio di stupefacenti nel comprensorio matuziano e che sono tuttora in carcere, a distanza di oltre un anno dall’esecuzione delle misure cautelari emesse nei loro confronti, perché ritenuti responsabili, in concorso tra loro e con un “corriere”, della illecita detenzione a fini di spaccio di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana.

 

Proprio in relazione a quanto emerso circa gli interessi dei RINALDI nel mondo del traffico di stupefacenti, da un lato, nonché dell’ingente patrimonio posseduto dal gruppo familiare e dell’elevato tenore di vita dagli stessi evidenziato, dall’altro, la locale Procura della Repubblica decideva di delegare congiuntamente agli investigatori della Squadra Mobile della Questura e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Imperia gli accertamenti sul reddito e sul patrimonio degli imputati, al fine di verificarne la consistenza e di valutare la ricorrenza dei presupposti per il relativo sequestro finalizzato alla confisca.

 

Sono stati quindi condotti accertamenti volti all’individuazione di tutti gli “assets” costituenti il patrimonio riferibile agli appartenenti al citato nucleo familiare, contestualmente ad una puntuale ricostruzione dei redditi che i singoli soggetti hanno conseguito negli ultimi 20 anni.

 

All’esito delle descritte attività si è giunti a quantificare il patrimonio totale posseduto in circa 1 milione di euro, dimostrando, per tabulas, che le risorse utilizzate per la formazione dello stesso erano tutte di provenienza illecita e che i beni nella disponibilità dei RINALDI, risultati essere soggetti “ufficialmente” al di sotto della soglia di povertà, erano di valore del tutto sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

 

Alla luce di quanto emerso, l’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Imperia, in accoglimento alla proposta avanzata dalla Procura della Repubblica, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo dei beni nella disponibilità degli imputati, nonché di quelli intestati ai componenti dei loro rispettivi nuclei familiari ed anche a terzi, intestatari “fittizi” di beni in realtà nella disponibilità degli stessi RINALDI.

 

Nello specifico, sono stati sequestrati 10 rapporti finanziari, 5 immobili, 3 terreni, 9 autovetture e 18 motoveicoli per un valore complessivo stimato, come detto, in quasi 1 milione di euro.


16/01/2018

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