Ben cinque gli arresti portati a termine in poche ore dalla Polizia di Frontiera; sono il frutto di controlli concentrati soprattutto nelle ore notturne, ovvero nella fascia oraria prediletta da latitanti che tentano di lasciare l’Italia.
Cinque arresti per la Polizia di Frontiera di Ventimiglia che in questi ultimi giorni, in concomitanza con le elezioni amministrative, è
riuscita ad organizzare, soprattutto in ambito autostradale, servizi mirati alla ricerca di latitanti, alla repressione dell'immigrazione
clandestina ed ai reati ad essa connessi.
Il primo è di un marocchino di 35 anni, controllato a bordo di un pullman diretto a Madrid, che mostrava un regolare passaporto e dichiarava
di essere in Italia da pochi mesi. Tale dichiarazione contrastava nettamente con il suo italiano, che risultava buono e sufficientemente corretto.
Anomala anche la totale assenza, sotto il nominativo dichiarato, di qualsivoglia riscontro nella Banca Dati, elemento che induceva gli Agenti ad
approfondire i controlli presso il Settore di Piazza Libertà. Proprio i rilievi foto dattiloscopici permettevano di scoprire che, sotto
stesso nome ma altra data di nascita, il marocchino era evaso dagli arresti domiciliari nel bergamasco, essendo stato al centro di indagini sul
traffico di sostanze stupefacenti.
Il secondo riguarda un 27 enne sempre marocchino, residente in provincia di Alessandria, munito di permesso di soggiorno italiano, veniva
controllato a bordo di pullman diretto a Barcellona. Anche in questo caso, l'abilità degli Operatori nel "percepire" qualcosa di poco chiaro
nello straniero controllato, li portava ad approfondire gli accertamenti in Ufficio, riscontrando a suo carico un ripristino di ordine per la
carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova dello scorso mese di marzo, dovendo espiare quasi tre anni di
reclusione, oltre al pagamento di 3.000 euro di multa, per violazione della legge sugli stupefacenti.
Sempre per un provvedimento legato ai reati inerenti agli stupefacenti è il terzo arresto che vede interessato un marocchino di 33 anni,
domiciliato in provincia di Verona e controllato all'atto del suo ingresso in Italia.Lo stesso risultava colpito da ordinanza di applicazione di
misura cautelare della custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Brescia lo scorso dicembre a seguito di articolata
attività investigativa avviata dalla squadra mobile di Bolzano,che aveva portato alla scoperta di un'associazione criminale dedita
all'acquisto ed allo spaccio di ingenti sostanze stupefacenti (cocaina ed hashish) e conseguenti arresti.
Gli ultimi due arresti, effettuati nella decorsa notte, riguardano un giovane nigeriano controllato nei pressi della barriera autostradale,
all'atto del suo arrivo a bordo pullman proveniente da Barcellona e diretto a Milano. Lo straniero, visibilmente agitato alla vista degli Agenti,
continuava a ripetere di essere in regola di far semplicemente rientro da una visita ad una parente. Non convincendo gli Operatori di Polizia,
veniva condotto presso gli uffici del Settore dove emergevano precedenti penali per detenzione di sostanze stupefacenti. La successiva richiesta di
accertamenti radiologici presso l'Ospedale di Imperia confermava i dubbi dei poliziotti: veniva accertata, infatti, la presenza di n°2 ovuli
che lo stesso evacuava poco dopo, risultati consistenti in stupefacente del tipo "cocaina" per un totale di gr. 42,70.
Lo straniero veniva tratto in arresto e piantonato in Ospedale in attesa di essere trasferito al Carcere di Imperia.
L'ultimo arresto è quello di un algerino di anni 49 controllato all'interno della stazione ferroviaria e risultato totalmente privo di
documenti fatta eccezione per un biglietto ferroviario con tratta Monaco/Ventimiglia.
Accompagnato presso gli Uffici del Settore e sottoposto a controlli SDI e rilievi foto dattiloscopici emergeva a suo carico un decreto di
espulsione emesso dal Prefetto di Imperia dello scorso ottobre che ne disponeva l'allontanamento ed il contestuale divieto di ingresso prima dei 5
anni. Tratto dunque in arresto, veniva giudicato per direttissima e condannato alle pena di mesi 8.