Intenso e delicato lavoro degli Agenti della Polizia di Frontiera del Settore di Ventimiglia che sono riusciti a ricostruire ed arrestare una una pregiudicata donna croata, torinese di adozione, che aveva collezionato ben 52 alias.
Il fatto:
Inventare un nome falso per non farsi riconoscere, si sa, è una prassi assai utilizzata soprattutto da parte di stranieri, ancor più
se nomadi e ricercati; averne due o tre passi, ma collezionarne ben 52, con la speranza di non venire scoperti, rappresenta un vero e proprio
record.
Ciò che ha spinto Sj., trentasettenne nata a Torino di origine croata, a sbizzarrirsi con tante identità differenti da dichiarare
ogni qualvolta veniva denunciata o arrestata in quanto dedita a furti in appartamento e talvolta rapine, è certamente la volontà di
perseverare nelle attività criminali.
La donna stava rientrando in piena notte dalla Francia a bordo un autocaravan con targa italiana assieme al marito e al figlioletto. All'ALT della
Polizia di Frontiera, per verifiche di routine, ha cercato di eludere i controlli, facendo leva sul suo avanzato stato di gravidanza e sulla
presenza del bimbo. Gli Agenti del Settore, con ferma gentilezza, hanno dato sfogo al loro intuito perseverando negli accertamenti e scoprendo
così che la stessa era particolarmente "conosciuta" alle Forze dell'Ordine. In ufficio, i Poliziotti del Settore hanno dovuto svolgere un
lungo lavoro di analisi e comparazione dati ed impronte, visionando lunghe pagine di precedenti penali ognuno dei quali portava un nominativo
differente. E' stato così appurato che la donna, sotto ben 52 diversi nomi, aveva collezionato reati nelle principali città del
Lazio, Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Reggio Emilia, Puglia e soprattutto Liguria, giungendo fino a Sanremo; sorprendente la sua
capacità di perpetrare furti con scasso in appartamento e rapine per i quali già dall'età di 14 anni, era stata
arrestata.
Dal 2008, a seguito di condanna da parte del Tribunale di Alessandria, era ricercata dovendo scontare una pena di 5 anni e 8 mesi per i reati
suddetti, ragione per la quale, presumibilmente, si era nascosta in Francia.
Non si esclude pertanto la possibilità che la donna intendesse riprendere la sua "attività" illecita nuovamente nell'estremo ponente
approfittando del suo stato interessante, attività a cui gli uomini del Settore hanno messo la parola fine.