A partire dalle prime ore di oggi la Polizia di Stato di Imperia ha portato a termine una operazione che ha permesso di smantellare una associazione per delinquere finalizzata alle truffe.
Complessivamente sono stati impiegati oltre cinquanta agenti, incaricati di dare esecuzione all'ordinanza con cui il G.I.P. del Tribunale di Imperia ha disposto l'applicazione di misure cautelari nei confronti di dieci persone, alle quali viene contestato di essersi associate tra loro allo scopo di commettere i reati di truffa, peculato e corruzione.
In particolare, per due indagati (F. R. e L. C.) è stata disposta la custodia in carcere, mentre per quattro (L. B., A. D., R. F. e M. R.) gli arresti domiciliari. Altri quattro (E. D., F. D., A. I. e M. R.) sono destinatari dell’obbligo di dimora.
Il blitz costituisce l’epilogo di una articolata attività di indagine, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Imperia con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, che ha consentito di accertare l’esistenza e l'operatività, sino all'estate dello scorso anno, di una associazione criminale che ha compiuto una lunga serie di truffe in danno del Casinò di Sanremo.
Dalle investigazioni è emerso che il sodalizio, promosso e capeggiato dall'indagato F. R., poteva contare sull'essenziale contributo dell'indagato L. C., il quale, all'epoca dipendente della casa da gioco con mansioni di cartaio o roulettier (e, come tale, incaricato di pubblico servizio), sottraeva al Casinò e metteva a disposizione dell'organizzazione le carte da gioco, che venivano “segnate” dai complici in modo percepibile solo dai soggetti informati dell'alterazione; le carte venivano poi riconsegnate al C., che le reintroduceva nel Casinò e predisponeva i mazzi contenenti le carte taroccate, collocandoli negli armadi da cui, in seguito, i croupier li prelevavano per utilizzarli ai tavoli da gioco.
In seguito, assumevano un ruolo fondamentale altri membri della compagine criminale, i quali, impiegati come “giocatori” presso il Casinò, conoscendo il tipo di manomissione delle carte e, quindi, potendo riconoscere quelle migliori, avevano ottime possibilità (se non la certezza) di vincere e realizzare profitti fraudolenti ai tavoli di “Punto e Banco”.
La fase esecutiva del provvedimento è stata supportata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ed ha avuto luogo nelle Province di Imperia e Torino, ove dimoravano i destinatari delle misure cautelari.