A quarant'anni dall'alluvione in occasione della festa della Toscana . . . . .
A quarant'anni dall'alluvione di quel 4 novembre 1966, la Regione, la Provincia ed il Comune di Grosseto, nell'ambito delle
giornate della Festa della Toscana, ricordano in questa P.zza Dante, con una mostra fotografica e con l'esposizione di mezzi di soccorso dell'epoca
e di oggi, quel tragico giorno festivo in cui il fiume Ombrone ruppe gli argini ed invase la città.
L'impegno dell'allora Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, oggi Polizia dì Stato, nel portare aiuto alla popolazione rimasta isolata
fu sempre pronto e generoso.
Aiuto che fu, non solo nel porre in salvo le presone rimaste isolate; nel portare nelle abitazioni generi di prima necessità, nel recuperare
centinaia di animali annegati, nell'attivare con le radio delle auto e delle moto collegamenti per la popolazione tra la città di Grosseto e
i paesi vicini, ma anche quello di guidare le colonne di soccorso portandole sino a Grosseto.
La Polizia di Stato per testimoniare la presenza di oggi come ieri con la popolazione ha curato l'allestimento di uno stand in cui è esposta
grazie alla disponibilità del Museo delle auto e del Museo Storico della Polizia di Roma, la mitica moto Guzzi Falcone 500 tre divise
storiche degli anni '60 e precisamente un uniforme per i servizi motomontati della Polizia Stradale, una uniforme di servizio della polizia di
frontiera marittima e una dei Reparti celere anni 1950.
Il percorso della colonna militare, partita da Civitavecchia, in aiuto alla popolazione di Grosseto è stata illustrata dal Presidente
dell'ANPS di Grosseto, Ispettore della Polizia Stradale, Nicola TIRABASSI, che all'epoca era in servizio presso il distaccamento di
Arcidosso.
Le cifre ufficiali riportano di 1600 senzatetto, di 7.500 costruzioni alluvionate di cui 1.127 fra negozi, officine, magazzini e laboratori.
Rimasero danneggiati 36 chilometri di strade comunali, 415 provinciali e un tratto della linea ferroviaria fu divelto dalla violenza
dell'acqua.
Crollò il ponte d'Istia; la città rimase diversi giorno isolata anche per le continue piogge che aggravavano la situazione.
Fuori uso linee telefoniche, elettriche, l'acquedotto e le fognature.
Dovettero essere ricostruiti 3 km di argine. Formalmente ci fu solo una vittima: un buttero che cercò di salvare i propri cavalli.
I giovani volontari impegnati furono 350, ma a questa cifra vanno aggiunte migliaia di persone che lavorarono senza entrare nelle statistiche.-