Dopo tre rapine in un'ora le Volanti della Questura di Grosseto lo individuano e lo arrestano
Il 31 di Maggio u.s., alle 19,30 circa, le Volanti venivano inviate dalla S.O. in Via Mameli, poiché all'interno di un bar si trovava una donna che asseriva di esser stata scippata: poco prima, mentre camminava in via Merano, all'improvviso si era sentita strappare la borsa dal braccio; aveva opposto resistenza, ma un uomo aveva insistito nell'azione fino a farla cadere a terra, trascinandola per alcuni metri, finché non era riuscito nel proprio intento. Nel cadere lo aveva visto in volto e dichiarava di essere in grado di riconoscerlo, tant'è che ne dava un'esatta descrizione.
Quindi gli agenti ne iniziavano le ricerche: durante quest'ultime, dopo circa un'ora, percorrendo Via Porciatti venivano fermati da un'altra donna, fortemente agitata, che raccontava loro che, pochi istanti prima, mentre camminava, all'improvviso le si era parato davanti un giovane a volto scoperto che, minacciandola con una siringa, le aveva intimato di dargli tutti i soldi in suo possesso. Lei gli aveva consegnato prima 20,00€ poi, a fronte della reiterazione della minaccia, altri 20,00€. Quindi il ragazzo si era dileguato, minacciandola di morte se avesse parlato.
La descrizione fornita corrispondeva a quella del precedente scippatore.
Intanto, via radio giungeva la nota di un'altra tentata rapina perpetrata a pochi passi da lì: due ragazze, subito raggiunte dai poliziotti, raccontavano che poco prima un uomo le aveva seguite e, sulla rampa di scale che dal parcheggio "ex Arcieri" conduce in Via Saffi, si era frapposto fra di loro e, toccandosi la caviglia e dicendo di tenervi una pistola, aveva loro intimato di consegnargli tutto il denaro od avrebbe sparato. Ma una delle due si era messa ad urlare e lo aveva fatto scappare.
Anche in questo caso la descrizione corrispondeva, con in più il prezioso indizio di un tatuaggio sul collo raffigurante due ciliegie.
Grazie a questo, gli agenti intuivano l'identità del presunto aggressore e si dirigevano immediatamente nella zona in cui lo ricordavano abitare. Infatti, dopo poco lo intercettavano e lui, vistili arrivare, gettava via la bici a bordo della quale si trovava e tentava di fuggire a piedi. Subito fermato, veniva portato in Questura per gli accertamenti di rito. Lì, riconosciuto da tutte le vittime, ammetteva le proprie colpe. Inoltre, a seguito di perquisizione personale, gli veniva rinvenuta, occultata in un calzino, la siringa usata per la rapina.
Considerati anche i precedenti a suo carico, veniva indagato in stato di arresto per rapina consumata e tentata, nonché indagato in stato di libertà per furto con strappo.
Convalidato l'arresto, veniva trattenuto dall'A.G. in custodia cautelare in carcere.