La Squadra Mobile e la Squadra Volante sottopongono a fermo due cittadini stranieri per il reato di rapina aggravata
Alle ore 20.00 circa di ieri 28 giugno, personale della Squadra Volante interveniva a Grosseto in via Aurelia Antica all'altezza del civico 282, lungo la cd. strada della Trappola, in quanto il "118" segnalava che i propri sanitari stavano prestando assistenza ad una persona ferita a seguito di aggressione. Il personale, immediatamente intervenuto, constatava che effettivamente era presente un uomo di nazionalità tunisina, che risultava ferito in diverse parti del corpo ed in particolar modo alla mano DX; lo stesso perdeva copioso liquido ematico. Nell'immediatezza dei fatti l'uomo, che veniva identificato per un cittadino tunisino del 1986, raccontava di essere stato rapinato da due suoi connazionali e da una donna del suo marsupio, contenente effetti personali e denaro contante per 800 (ottocento) euro. Nello specifico lo straniero raccontava di essere stato aggredito e colpito a più riprese con una mazza da baseball di ferro, con un coltello e infine minacciato con una pistola, dalla quale sarebbe stato anche esploso un colpo. Durante i primi accertamenti condotti sul posto i testimoni sentiti riferivano di una macchina, di cui erano in grado di fornire solo parzialmente la targa e il modello, che proprio qualche istante prima dell'arrivo del personale operante si era appositamente allontanata. Dopo qualche minuto la macchina ritornava nuovamente sul posto da dove si era poco prima spostata. Il veicolo, corrispondente alla descrizione fornita dai testi, risultava condotto da un tossicodipendente il quale raccontava che poco prima era giunto in quel luogo per acquistare una dose di droga del tipo hashish, per l'acquisto della quale si era accordato telefonicamente con il suo fornitore tunisino. Lo stesso riferiva che quando era giunto al luogo convenuto telefonicamente aveva trovato il suo fornitore di droga intriso di sangue che chiedeva aiuto per essere stato rapinato. In quegli stessi frangenti veniva rintracciata in quella stessa zona, un'ulteriore persona ferita, sempre di nazionalità tunisina del 1990, che riferiva di essere stata aggredita negli stessi luoghi e, stante la gravità delle ferite, veniva trasportata in Ospedale. Appariva subito evidente che i due stranieri feriti erano strettamente legati allo stesso episodio. Venivano quindi intraprese le attività info-investigative finalizzate all'individuazione dei due uomini autori dell'aggressione e della rapina che venivano indicati come due uomini della stessa nazionalità degli aggrediti.Analizzando le dichiarazioni delle vittime, emergeva in particolare come i due uomini avessero raggiunto il luogo dell'aggressione a bordo di una macchina condotta da una ragazza tossicodipendente di cui veniva indicato solo il nome di battesimo. Tale nominativo riconduceva immediatamente i sospetti su una vecchia conoscenza della Squadra Mobile in quanto nota tossicodipendente, abitualmente assidua frequentatrice di cittadini magrebini, con i quali si lega sentimentalmente per i comuni interessi legati allo spaccio/uso di droga. Venivano pertanto immediatamente attivate le opportune fonti informative, finalizzate al rintraccio della predetta. In tale contesto personale della Squadra Mobile appurava che la stessa era presente all'interno di una stanza di un residence, da lei occupata, da un po' di tempo, unitamente ad altri due cittadini tunisini.A seguito di quanto emerso nel corso delle primissime attività d'indagine il personale si portava presso il suddetto complesso abitativo e, individuata l'abitazione sussistendo i presupposti di legge, in quanto era verosimile ipotizzare di poter rinvenire nell'abitazione l'arma da fuoco non denunziata o comunque abusivamente detenuta utilizzata per l'aggressione, procedeva alla immediata perquisizione della casa e delle sue pertinenze ai sensi dell'art. 41 del Tulps. In casa veniva trovata la donna unitamente a due cittadini tunisini e consentiva il sequestro di denaro contante per euro 390 (trecentonovanta) di sicura provenienza illecita, stante l'assoluta mancanza di qualsiasi fonte di reddito, anche occasionale, e tale pertanto da poter ipotizzare che si tratti di parte del provento della rapina in questione; coltello tipo "butterfly" con lama a singolo filo e punta acuminata del tipo con lama a scomparsa entro due impugnatura basculanti, rinvenuto abilmente occultato e debitamente ripulito, nel bagno dell'abitazione, avvolto in un asciugamano ancora bagnato e poi riconosciuto dalle parti lese come quello utilizzato durante la rapina; un grosso pugnale riposto all'interno di una custodia in similpelle; una mazza da baseball in metallo, sulla quale risultano numerose ammaccature; alcuni telefoni cellulari su uno dei quali venivano rinvenute memorizzate alcune foto nelle quali era raffigurata uno dei due tunisini fermati intento a maneggiare proprio una pistola dello stesso tipo e modello di quella descritta dalle vittime. Le parti lese, che riportavano prognosi di giorni 30 e giorni 10, rendevano dichiarazioni in merito alla rapina subita riconoscendone poi gli autori nei due cittadini fermati nell'appartamento della ragazza che aveva partecipato anch'essa alla commissione del reato. Successivamente sul posto della rapina veniva rinvenuto un proiettile inesploso di una pistola a salve calibro 9 mm. In relazione ai gravi indizi di colpevolezza ed al pericolo di fuga venivano sottoposti a fermi d'indiziato di delitto di rapina i cittadini tunisini O. H. e M. M., rispettivamente del 1987 e nel 1978 che venivano ristretti presso la locale casa circondariale ove rimangono dopo la convalida in custodia cautelare; contestualmente la ragazza veniva denunciata in stato di libertà per il reato di rapina aggravata in concorso ed una della parti lese, mentre una delle parti lese veniva denunciata per spaccio di sostanze stupefacenti (hashish).