Tenta una seconda truffa ma viene bloccato dalla Squadra Mobile
Ieri pomeriggio un italiano di 36 anni entrava in una gioielleria cittadina per vendere un bracciale in oro bianco. Il commerciante di preziosi, dopo aver verificato trattarsi effettivamente di oro con dei reagenti chimici, consegnava il denaro pattuito al venditore che si allontanava immediatamente.
Il gioielliere, subito dopo, usciva e percorse poche centinaia di metri scorgeva lo stesso individuo, che all'interno di altra gioielleria stava vendendo un qualcosa, ed entrando si rendeva conto che il giovane stava contrattando la vendita di un bracciale identico a quello vendutogli poco prima. Il negoziante avvisava quindi il collega ed insieme chiamavo la Polizia di Stato.
Una pattuglia della Sezione Antirapina della Squadra Mobile giungeva immediatamente sul posto, apprendendo i fatti sopra esposti. I poliziotti intuivano subito trattarsi di una truffa, in quanto il bracciale non era sicuramente in oro. Veniva pertanto richiesto di squagliare il prezioso poc'anzi acquistato. Il gioielliere si attivava immediatamente con una fiamma all'acetilene, accorgendosi con stupore che il bracciale non si scioglieva, ma si anneriva soltanto. Era quindi palese trattarsi di oro falso.
Alla luce di ciò il giovane, risultato pregiudicato per reati specifici, addirittura arrestato in Olanda nel mese di marzo 2011, veniva tratto in arresto.
Stamane, al termine del processo per direttissima, il truffatore veniva condannato alla pena, sospesa, di quattro mesi.