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Operazione antidroga “Petko”

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Gorizia - Operazione Petko

È stata denominata “Petko” l’operazione antidroga della Polizia di Stato per la quale, in questi giorni, si stanno notificando gli avvisi di conclusione d’indagine, atto che precede la successiva fase processuale.

 “Petko” è il nomignolo con il quale gli appartenenti ad una piccola organizzazione di cittadini bulgari, abitanti nella vicina Nova Gorica in Slovenia, dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti, chiamavano il loro capo mentre in Italia si intercettavano le telefonate di chi andava quotidianamente a rifornirsi di eroina da loro sulla pista ciclabile che lambisce l’ex valico di via San Gabriele e quello di via Rafut a Gorizia.

L’indagine, condotta dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Gorizia, prese inizialmente le mosse da un pusher goriziano e da quel giro di spaccio scoperto già nel corso di un’indagine del 2015, nella quale fu arrestato un acquirente sorpreso con venti grammi di eroina appena ricevuti.

Nell’operazione “Petko”, dopo numerosi sequestri che hanno interrotto il canale di approvvigionamento della pista ciclabile goriziana, è emerso un altro spacciatore goriziano che si era stabilito in Slovenia a Isola, vicino a Capodistria, e riforniva di eroina il monfalconese.

Assieme al Commissariato Distaccato di Pubblica Sicurezza di Monfalcone sono state arrestate in flagranza tre persone e sequestrati circa sessanta grammi di eroina proveniente dalla Slovenia.

La polizia slovena ha contemporaneamente attivato indagini che hanno portato all’arresto di altri due pusher che si recavano anche loro in Italia per la vendita dello stupefacente.

Dai servizi di pedinamento e osservazione, piuttosto che dalle intercettazioni telefoniche dei tossicodipendenti locali, l’indagine si è poi interessata anche del commercio illecito di metadone proveniente dal S.E.R.T. goriziano in consistenti quantitativi, pari o superiori addirittura al fabbisogno settimanale di ogni singolo utente, rivenduto ad altri tossicodipendenti per acquistare con il ricavato l’eroina.

Altri tre goriziani sono invece stati indagati per lo spaccio di cocaina e hashish. La cocaina, in particolare, veniva comprata in piccoli quantitativi da un noto spacciatore sloveno di Nova Gorica e, sempre in quantità minime per non rischiare conseguenze penali in caso di controllo, portata in Italia per essere ceduta in diversi locali pubblici di Gorizia dove sono stati identificati, anche con discreti sistemi di video ripresa a distanza, numerosi acquirenti in precedenza sconosciuti alla Polizia.

Non sono mancati i sequestri di ogni genere di sostanze, dai cannabinoidi, hashish e marijuana anche in forma di piantagione agli oppiacei, fino agli psicofarmaci, tra cui l’Halcion in  pasticche chiamato “puffo”, per la sua tipica colorazione azzurra.

In circa due anni di attività, con ventidue persone denunciate all’Autorità Giudiziaria per l’illecito traffico di sostanze stupefacenti tra le quali, come detto, alcune arrestate perché colte in flagranza di reato durante gli innumerevoli servizi in strada, oltre al risultato del contrasto dei delitti si è acquisita una particolare conoscenza della realtà locale, in particolare sui nuovi consumatori di sostanze, taluni molto giovani, e sulle loro abitudini.

L’indagine sul fenomeno del consumo diffuso di sostanze stupefacenti ha confermato, ancora una volta, la disinvoltura ma pure la particolare scaltrezza degli spacciatori sloveni, abbinata a una sempre più vasta platea di acquirenti italiani che si rivolgono alla vicina Nazione per la convenienza e la facilità nel reperire la droga a buon prezzo.


20/12/2018

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