E’ un sessantottenne nativo di Romans d’Isonzo (GO) l’uomo che nella notte scorsa è stato estradato in Italia al termine di un lungo periodo di latitanza trascorso nell’isola di Capo Verde.
Le complesse indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Gorizia sono iniziate nel mese di marzo di quest’anno, quando si è potuto verificare che nella sua abitazione, sita in una frazione di Mariano del Friuli, il soggetto non era più presente, probabilmente da poco prima che la sentenza definitiva di condanna nei suoi confronti diventasse esecutiva, al termine dell’iter giudiziario completatosi col pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione.
Dopo che gli agenti si erano prudentemente accertati della probabile latitanza, sono stati svolti continui servizi alla ricerca dell’uomo, concentrati soprattutto in orari notturni avendo dapprima rinvenuto tracce del suo possibile nascondiglio all’interno di una roulotte presente in un’area campestre di proprietà familiare poco distante dall’abitazione, quindi concentrandosi su tutte le persone che, in rapporto di parentela o di amicizia, avrebbero potuto condurre gli investigatori al condannato.
E’ stato necessario un importante dispendio di energie e l’impiego di avanzata tecnologia per individuare il “filo conduttore” verso la cattura del latitante. Proprio in quella ristretta cerchia di persone a conoscenza del luogo in cui si nascondeva l’uomo, con pedinamenti e osservazioni a distanza si è trovato chi, con una certa scaltrezza, provvedeva all’invio del denaro nel modo più opportuno per non lasciare traccia.
La particolare attenzione riposta nell’attività della Squadra Mobile ha portato a raccogliere le prove delle transazioni di denaro effettuate col circuito bancario internazionale e mediante rimesse di money transfer che raggiungevano il destinatario nel piccolo isolotto di Boa Vista facente parte dell’arcipelago di Capo Verde, stato insulare dell’Africa occidentale dove il latitante aveva anche acceso un conto corrente bancario.
In assenza di conversazioni telefoniche dirette o di altre forme di comunicazione facilmente controllabili si è raggiunto il risultato di poter indicare precisamente al Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale il luogo esatto in cui si trovava il latitante per sottrarsi all’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, dottor Massimo Lia, che ha diretto personalmente le indagini al fine di addivenire alla sua cattura all’estero.
Nel corso delle indagini è stato emesso un mandato d’arresto europeo e, dopo aver appreso dalle investigazioni della presenza del ricercato a Boa Vista, è stato richiesto al Ministero della Giustizia l’emissione di un provvedimento internazionale.
Seppure in assenza di un accordo bilaterale con la Repubblica di Capo Verde, la richiesta di cattura ai fini estradizionali è stata accolta da quello stato, che ha collaborato per l’arresto dell’uomo consegnandolo, al termine delle procedure giurisdizionali, per il trasferimento in Italia.
Il Servizio Centrale si è quindi attivato per l’esecuzione del provvedimento internazionalizzato e, in collaborazione con la polizia di quello stato africano, a mezzo di proprio personale Interpol inviato sull’isola ha riportato in Italia il latitante consegnandolo alla Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino per essere tradotto alla Casa Circondariale di Rebibbia.
Oltre all’arresto del latitante l’indagine ha consentito di deferire all’Autorità Giudiziaria locale le persone che, in base alle risultanze investigative, hanno favorito la sua latitanza all’estero.