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Prostituzione nell’isontino

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Polizia di Stato e Guardia di Finanza chiudono 5 centri massaggi

All'apparenza sembravano dei normalissimi centri per il benessere fisico ma in realtà, pagando una somma aggiuntiva rispetto al tariffario esposto, al posto dei massaggi era possibile beneficiare di vere e proprie prestazioni sessuali da parte di giovani ragazze straniere, tutte maggiorenni, che periodicamente venivano avvicendate. L'attività d'indagine posta in essere in sinergia dalla Polizia di Stato di Gorizia e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo isontino, ha avuto origine da autonomi approfondimenti effettuati nei confronti dei numerosi centri massaggi aperti e gestiti da cittadini cinesi, che hanno fatto emergere un sistema ben consolidato dove la proposta di prestazioni sessuali, formulata al cliente prima o durante il massaggio corporeo, era una consuetudine. I titolari degli esercizi commerciali, 3 uomini e 2 donne di origine cinese, sono stati denunciati per il reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, previsto dalla legge 20.02.1958, n. 75 - c.d. legge Merlin. In seguito, su proposta del Pubblico Ministero titolare delle indagini, il G.I.P. del Tribunale di Gorizia ha disposto gli arresti nei confronti di una delle titolari indagate ed il sequestro dei centri massaggi interessati, tutti dislocati in provincia di Gorizia. In data 18 dicembre 2014 gli operatori della Squadra Mobile della Questura e della Guardia di Finanza hanno posto i sigilli a 4 dei 5 centri massaggi utilizzati per il compimento dell'attività illecita, uno era già stato sequestrato nel mese di luglio del corrente anno con contestuale arresto della titolare dello stesso. Le attività dei "centri massaggi" erano pubblicizzate sia su quotidiani locali che su siti internet con allusivi richiami alle prestazioni "extra" fornite dalle massaggiatrici, tutte di provenienza asiatica.

Dall'escussione in atti della variegata clientela è emerso che le prestazioni venivano pagate in contanti nelle mani dei titolari dei centri. a tale riguardo sono in corso ulteriori accertamenti, avviati sulla base di documentazione rinvenuta nel corso delle perquisizioni, finalizzati alla determinazione dei profitti illecitamente conseguiti, al fine di sottoporli a tassazione.


19/12/2014

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