Avrebbero messo a segno più di trenta colpi nelle ultime settimane
Tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti cittadini romeni sono state emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Gorizia, su richiesta della Procura della Repubblica, in esito a un'attività d'indagine condotta proficuamente dai Carabinieri delle Compagnie di Gradisca d'Isonzo e Gorizia e dalla Squadra Mobile della Questura di Gorizia. Come già reso noto in precedenza, nei mesi di agosto e settembre scorsi in varie località della provincia di Gorizia sono stati commessi circa una trentina di episodi di furto con destrezza, alcuni dei quali poi tramutatisi in rapina per la violenza usata nei confronti delle vittima. In particolare, a bordo di automobili di grossa cilindrata con targa tedesca il terzetto, che a volte teneva un bambino sui sedili posteriori, era solito fermare i passanti scegliendoli tra le persone anziane, con il pretesto di chiedere indicazioni stradali. Con la scusa di ringraziare l'ignara persona, alla fine l'abbracciavano e molto abilmente la derubavano della collana o di altri oggetti di valore che portava indosso. Per confondere le vittime, in qualche caso hanno loro fatto dono di bigiotteria di scarsissimo valore facendogliela indossare al collo, sì da riuscire più facilmente a commettere il furto. Un punto di svolta nelle indagini si è avuto con il contributo di un maresciallo dei Carabinieri libero dal servizio che a Fogliano (GO) è riuscito ad annotare il numero di targa di una di queste autovetture. Craciun Pamela, nata in Romania nel 1980, e altri due, un uomo e una donna più giovani di lei, di etnia rom, sono stati riconosciuti da numerose vittime di furto e rapina e così indicati quali autori di quei fatti criminali che hanno suscitato particolare allarme. La predetta si trova ora detenuta alla casa circondariale di Piacenza, dov'era già ristretta per un analogo episodio di rapina avvenuto nei pressi di quella città e dove nella giornata di mercoledì scorso è stata eseguita l'ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti. Per gli altri due sono attive le ricerche, difficoltose perché non risultano aver alcun indirizzo di domicilio in Italia e si muovono nell'ambito europeo. Si sospetta che numerose altre persone siano state avvicinate con la stessa tecnica e abbiano subito il furto o l'abbiano in qualche modo evitato senza poi denunciarlo. Per tale ragione le si invitano a contattare la Polizia o i Carabinieri per fornire ulteriori elementi utili all'individuazione di altre persone che abbiano talvolta collaborato con i tre già colpiti dalla misura giudiziaria.