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INDIVIDUATI DUE COMPLICI DELL’HACKER RUSSA ARRESTATA A GENOVA A NOVEMBRE 2023

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Postale

Indagine del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Liguria

Gli investigatori della Polizia di Stato in servizio presso il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale della Liguria, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, all’esito di un’attività investigativa su un gruppo criminale dedito alla realizzazione di reati informatici ed al riciclaggio delle somme indebitamente ottenute, ha individuato due complici (di cui uno perquisito) dell’hacker russa arrestata a novembre 2023, a Genova, in esecuzione di una misura cautelare in carcere.

La donna era ritenuta il terminale italiano di un’articolata organizzazione dedita alle frodi informatiche e al riciclaggio.

La donna era già stata arrestata sempre a Genova dalla Polizia Postale nell’ottobre 2021 ma nonostante ciò aveva continuato a commettere reati, anche dagli arresti domiciliari, e per queste ragioni era stata nuovamente condotta in carcere nel giugno 2022.

Trascorsa la seconda carcerazione, era stata nuovamente collocata in regime di arresti domiciliari presso un’associazione di volontariato del centro genovese impegnata nel recupero dei detenuti, ma aveva ripreso i contatti con i propri complici e ripreso con le attività illecite .

La lunga attività di analisi forense dei dispositivi informatici sequestrati in occasione dell’arresto eseguito dagli esperti della Polizia Postale ha permesso di sbloccare i numerosi telefoni e dispositivi in uso all’hacker russa - che ha sempre rifiutato di fornire le password di accesso - permettendo così di acquisire elementi investigativi a carico di una ventitreenne cubana e un trentunenne ivoriano che hanno agevolato l’hacker russa ad aprire fraudolentemente conti correnti e carte di credito sia in Italia che in diversi stati europei oltre ad agevolare l’attivazione di quelle reperite nel darkweb e gestire POS di pagamento intestati a una società attiva nel settore della vendita e riparazione di cellulari con sede nel centro storico genovese successivamente chiusa.

I due complici hanno anche in più occasioni monetizzato i proventi illeciti.

Il provento delle attività criminose, stimato in diversi milioni di euro, è stato in parte investito in cryptovalute e sono in corso approfondimenti degli esperti della sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale volti a individuare i possibili punti di cash out.

Il procedimento penale risulta nella fase antecedente il giudizio e quindi i soggetti indagati devono ritenersi non colpevoli fino alla sentenza di condanna definitiva.

Genova, 18 giugno 2024


18/06/2024

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