Un libro scritto con passione e grande professionalità dalla dr.ssa Cristina Pagliarosi, Psicologo della Polizia di Stato con sottotitolo “La conoscenza interpersonale nell’attività di Polizia Giudiziaria”
Oggi alle ore 16.30 presso la Sala Convegni dell'Amministrazione Provinciale di Frosinone, alla presenza di numerose Autorità civili,
militari e politiche è stato presentato il libro scritto dalla dr.ssa Cristina Pagliarosi, Psicologo della Polizia di Stato in servizio
presso la Questura di Frosinone.
Arricchito dalla presentazione del Questore Giuseppe De Matteis e dalla prefazione del Prefetto a.r. dr. Piero Cesari, "Indagare la mente" nasce
dalla necessità di integrare due mondi professionali, quello clinico psicoterapeutico e quello di Polizia, che riflettono altrettanti modi
di funzionare a livello profondo.
Ad un primo approccio, sembrerebbe che tali spazi professionali non abbiano molto in comune. In realtà, l'attività di polizia,
seppure giocata sulle corde della norma giuridica, binario imprescindibile che dà struttura a tutta l'attività, implica continuamente
la messa in campo di conoscenze psicologiche, essendo espletata da persone, con il potere di incidere sulla vita di altrettante persone.
La conoscenza di sé e dell'altro non può essere prescissa se si desidera operare all'interno delle forze dell'ordine, e meno che mai
se si desidera raggiungere livelli di raffinatezza operativa. Basti pensare a tutte le volte che il poliziotto è chiamato a dirimere liti in
famiglia o ancora a sottrarre un bambino alle sevizie di un familiare. In tali situazioni è desumibile l'importanza di assumere un
equilibrato comportamento verso gli utenti per evitare il rischio di ri-traumatizzazione delle vittime.
Il testo è suddiviso in tre parti: nella prima viene esplorata la ricca teorizzazione psicologica sulla conoscenza soggettiva ed
interpersonale che funge da struttura teorica di riferimento; la seconda vede l'applicazione delle tecniche psicologiche all'attività di
indagine, in particolare con l'autore di reato; la terza approfondisce il rapporto con le vittime di reato, nello specifico donne e bambini,
permettendo di cogliere le sottili sfumature nel rapporto che viene a crearsi tra questi e l'investigatore.
L'ottica è quella del massimo rispetto di tutti, operatori e utenti, i primi accompagnati in un percorso di esplorazione e conoscenza, e gli
altri in un percorso di tutela teso ad una migliore qualità di vita.
Con questo testo l'autrice ha inteso esprimere una reale vicinanza alla gente attraverso una sensibilità tutta femminile ed una
determinazione che scaturisce dall'essere funzionario dello Stato.