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Nella rete della Polizia di Stato i responsabili di numerosi furti nelle aree di servizio La Macchia e Casilina
Questa mattina, al termine di un'attività investigativa durata circa due mesi, personale della Polizia Giudiziaria della Sottosezione
Polstrada di Frosinone ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone dedite a furti su autovetture
all'interno di aree di servizio.
Le indagini hanno avuto inizio nei primi giorni del mese di settembre, a seguito di alcuni furti commessi all'interno di autovetture parcheggiate
nelle aree di servizio la Macchia e Casilina, site lungo l'autostrada A/1.
L'acquisizione delle immagini dai sistemi di videosorveglianza e i riscontri investigastivi riconducevano a tre persone, di origine partenopea, con
precedenti penali specifici per furti proprio nelle aree di servizio.
Due di loro, lo scorso mese di ottobre , venivano arrestati in flagranza per un furto commesso all'interno dell'area di servizio la Macchia
Est.
La tecnica posta in essere dalla banda prevedeva un "palo" che controllava le persone all'interno dell'autogrill mentre il complice poteva
introdursi indisturbato nelle auto ed asportare i bagagli.
I malviventi si servivano di congegni che inibivano i telecomandi con i quali i proprietari dei veicoli credevano di aver chiuso le loro
autovetture.
La merce asportata consisteva principalmente in pc portatili e telefonini smart-phone ma anche in capi di abbigliamento ed altri oggetti, che poi
venivano rivenduti nell'interland napoletano.
All'esito dell'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone, il G.I.P. del Tribunale di Frosinone emetteva
un'ordinanza di custodia cautelare a carico dei tre soggetti, di 60, 36 e 21 anni, tutti di Napoli, che dovranno rispondere di furto aggravato
continuato.
Gli arresti sono stati eseguiti nel corso della giornata odierna a Napoli da personale della Polizia Stradale di Frosinone supportati dai colleghi
della sezione Polizia Stradale di Napoli.
Le perquisizioni delle abitazioni del terzetto permettevano di rinvenire tra l'altro 5 macchine fotografiche digitali compatte, un telefonino e una
scheda di memoria, provento di furti.