Moglie in preda alla disperazione denuncia gli “strozzini” che hanno portato sul lastrico la sua famiglia
A portare alla luce una delle tante storie di usura, in cui è rimasto coinvolto un onesto padre di famiglia, una donna e moglie
coraggiosa.
Dopo aver vissuto due anni di inferno, in preda alla disperazione, depressione e sotto l'incubo delle continue minacce da parte dei loro
"aguzzini-strozzini", una donna del sorano trova la forza di ribellarsi e di denunciare l'intera vicenda presso gli uffici di Polizia del
Commissariato di P.S. di Sora.
Racconta della sua vita in un contesto familiare ed economico sereno, fino a due anni prima quando improvvisamente tutto cambia.
Suo marito le confessa di aver avuto problemi economici a fronte dei quali si è rivolto a delle "persone sbagliate" che ora pretendono
interessi del 30% sul debito ed ogni volta che non rispetta le scadenze deve anche una somma di denaro che oscilla dai 2.500 ai 5.000 euro, quale
servizio di rinnovo del prestito.
La coppia per fronteggiare la grave situazione, da fondo ai propri risparmi; vende tutto ciò che di prezioso è in casa, chiede
prestiti a parenti ed amici; l'uomo arriva a vendere la propria auto ed a falsificare la firma della suocera per prelevare denaro dal suo conto
corrente.
La quotidianità diventa impossibile da gestire; entrambi i coniugi entrano in depressione, il marito dopo le continue minacce ricevute da
malviventi legati ai suoi usurai non ha più neppure il coraggio di uscire di casa.
E' la moglie che per tutelare la sua famiglia e salvare il salvabile trova, lo scorso dicembre, la forza di rivolgersi agli investigatori della
Polizia di Stato per mettere la parola fine all'insostenibile e triste vicenda.
Nell'impossibilità di far fronte ad un esborso di circa 20.000 euro al mese, sotto pressione per le ripetute minacce ricevute, anche il
marito trova il coraggio di denunciare i suoi aguzzini, dando piena collaborazione agli operatori di polizia.
Due degli strozzini che tengono in pugno l'uomo vengono infatti fermati dai poliziotti del Commissariato di Sora nel luogo di incontro da loro
stabilito per costringerlo ad onorare i propri debiti.
Scattano le perquisizioni personali, veicolari e presso le abitazione dei due fermati che consentono ai poliziotti il rinvenimento di alcuni
assegni della vittima tenuti a garanzia dei prestiti, mentre nella casa di uno dei due, viene anche ritrovata una sorta di contabilità della
illecita attività messa in atto.
A seguito dell'attività di polizia condotta dagli uomini del Commissariato di Sora, l'Autorità Giudiziaria ha adottato il
provvedimento del fermo di indiziato delitto.
Il cerchio si allarga intorno alla vicenda con il coinvolgimento di altre sette persone le cui posizioni e responsabilità saranno definite
con l'attività investigativa della Polizia di Stato.